23 Aprile 2024 18:44

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Da Cantù a Caspoggio, via Valtellina Basket Circuit e BasketUniverso

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Il Valtellina Basket Circuit è la migliore summer league europea di pallacanestro, in questo aiutata dalla miriade di palestre e strutture sparse in tutta la provincia di Sondrio. E se Bormio è storicamente il fulcro della manifestazione, anche altre località valtellinesi hanno visto scendere sul proprio campo squadre dal grande blasone. Tra queste sicuramente la Valmalenco, dove non pochi brianzoli trascorrono le vacanze e, non di rado, vi acquistano casa. Da questa combinazione di cose nascono spesso anche dei veri e propri amori che sfociano in promozione locale, quando i villeggianti si trovano a parlare, per passione o professione, della Valtellina cestistica, conosciuta magari durante le ferie. È questo il caso di Alessandro Saraceno di BasketUniverso, che da Cantù o, meglio, da Caspoggio, racconta del basket italiano e non solo.
Alessandro quando inizia il tuo rapporto con la Valtellina e con la pallacanestro locale?
“Io ho un legame davvero profondo con la Valtellina, diciamo che sono cresciuto tra queste montagne. Infatti, sin dal primo mese di vita, trascorro le mie vacanze estive e invernali con la mia famiglia a Caspoggio, un bellissimo paese in Valmalenco, che praticamente considero la mia seconda casa.
Per quanto riguarda il rapporto con il basket valtellinese, è proprio sul cemento caspoggino, più che sul parquet, che ho fatto i miei primi tiri a canestro, quando mio padre da piccolo mi portava al campetto. Ricordo dei numerosi ragazzi più grandi di me delle giovanili di Cantù che venivano a fare il ritiro estivo proprio a Caspoggio, una delle mete più in voga per questi scrimmage estivi, insieme naturalmente alla storica e meravigliosa Bormio, la capitale dei ritiri prestagionali”.
BasketUniverso ha parlato spesso del Basket Circuit, dobbiamo ringraziare solo te o il VBC è davvero unico?
“Dobbiamo assolutamente ringraziare Diego Pini, l’inventore del VBC, e chi dopo di lui organizza ogni anno il Valtellina Basket Circuit. Ho avuto il piacere di assistere spesso a ritiri estivi di squadre importanti come Cantù, Varese, Milano, insomma il top del nostro campionato, ma anche di alcune formazioni provenienti dall’estero, soprattutto dal Belgio.
Il VBC è unico in Europa e non sono certo io a dirlo. Quest’estate ho avuto modo di intervistare Ataman proprio a Bormio e l’entusiasmo che aveva mentre mi parlava del suo compianto amico Diego lo ricordo ancora, come se me lo stesse dicendo ora, e devo dire che non pensavo che un sergente di ferro come il turco potesse addirittura arrivare ad avere gli occhi lucidi, esaltando naturalmente anche le strutture di Bormio, oltre che la figura di Diego Pini”.
L’anno scorso sei stato a Bormio e hai intervistato giocatori e allenatori. So che ne sei rimasto particolarmente colpito. Ce lo vuoi raccontare.
La cosa spettacolare del VBC è la trasparenza con cui si fanno le cose. Se vuoi intervistare un giocatore, o più semplicemente farci una foto o chiedergli un autografo, puoi farlo senza alcun problema. E questo credetemi che non è affatto scontato. Infatti molte società non permettono che un proprio tesserato venga intervistato mentre io, munito del mio materiale, a fine partita ho intervistato molti giocatori che attualmente militano in NBA o nei top team europei, senza che nessuno mi dicesse niente. Trasparenza, appunto”.
Come si spiega secondo te il successo, ma anche la durata nel tempo, del Valtellina Basket Circuit?
“Anzitutto le strutture strepitose che Bormio offre alle società/nazionali. Il palazzetto è super attrezzato e poi anche la stessa Bormio ben si addice ad un ritiro estivo: è fornita di tutto, anche a livello di divertimenti, e gli alberghi in cui spesso alloggiano i giocatori sono davvero di primissimo livello, difficili da trovare in una città di montagna.
Poi per quanto riguarda la durata entra in gioco tantissimo la tradizione; credo bastino un nome e un cognome per convincere una squadra a venire a Bormio: Michael Jordan. Però la tradizione senza lavoro sodo è superflua: infatti ci sono tantissime persone qualificate che lavorano ogni giorno dietro al VBC, a partire proprio da Sandro Faccinelli, uno specialista della comunicazione”.
In Valmalenco da tanti anni ci sono anche camp estivi di basket, spesso legati a società di serie A, cosa ne pensi?
“Non ho mai partecipato a questi camp estivi, ma spesso sono stato spettatore, soprattutto a Caspoggio. Io credo che il luogo migliore per un ritiro estivo è la montagna, non porterei mai una mia squadra al mare, e, se fossi l’allenatore di un top team italiano, ma anche europeo, porterei sicuramente i miei ragazzi in Valtellina; Caspoggio, Chiesa, Bormio, fa lo stesso, perché comunque le strutture in tutti i casi sono davvero di livello alto”.
Da tecnico, ma anche da tifoso, come vedi l’esonero del nostro Fabio Corbani? Noi siamo di parte, ma era difficile pensare che la stagione finisse in modo diverso, non credi?
“Rimpiango l’esonero di Fabio Corbani soprattutto per la fantastica persona che ha dimostrato di essere nei pochi mesi che ho potuto conoscerlo qui a Cantù: intelligenza sopra alla media, grande conoscenza di pallacanestro e soprattutto un carisma infinito, sentire le sue conferenza era davvero una gioia per le mie orecchie.
Per quanto riguarda gli obiettivi stagionali non è mai facile cambiarli in corsa, anche se aggiungi giocatori di livello come Fesenko, Roko Ukic o JaJuan Johnson, per citarne alcuni. Infatti io credo che le squadre si facciano ad agosto, nel corso dell’anno puoi solo fare delle piccole correzioni, non puoi certo pensare di poterle rivoltare come se fossero un calzino, anche se l’idea di aggiungere giocatori forti da parte di Gerasimenko era più che buona e con le migliori intenzioni, ma purtroppo non è facile amalgamare sette nuove persone nel giro di pochi mesi.
Detto questo, io credo che con Corbani e questi giocatori probabilmente Cantù si sarebbe salvata molto più tranquillamente e forse avrebbe anche raggiunto l’ottava piazza, ma con i “se” non si fa la storia”.
Cosa ti piace della Valmalenco in particolare e se avessi la bacchetta magica cosa vorresti cambiare?
“Premetto che io sono innamorato della Valmalenco e quindi sono parecchio di parte in questa mia analisi, mi viene difficile essere oggettivo. Amo tantissimo camminare e il fatto che ci siano tantissimi sentieri e rifugi lo reputo meraviglioso, senza dimenticare poi i panorami spettacolari della valle.
Per quanto riguarda cosa cambierei, io cercherei di incentivare maggiormente il turismo, soprattutto attraverso l’organizzazione di eventi di qualsiasi tipo nelle varie località; purtroppo negli ultimi anni concerti, tornei sportivi e attività di questo tipo sono andati sempre più scemando e questa non è assolutamente una cosa positiva. Inoltre cercherei anche di promuovere le iniziative in Valle attraverso l’utilizzo dei social network e del social media marketing”.
La tua carriera di giocatore di basket?
“Tanto campetto con gli amici, non la definirei carriera”.
Hai mai giocato anche contro le squadre valtellinesi? Un tuo parere sul nostro movimento cestistico
“Non ho mai giocato contro squadre valtellinesi, ma ho visto spesso giocare il Sondrio e, parlando anche con i miei amici, nessuno ci volevano mai giocare contro: sempre squadre molto dure, toste, che lottavano su ogni pallone, avendo sempre come caratteristica principale quella di far giocare male le squadre avversarie, dote interessante e non facilmente replicabile”.

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