Savogno: Un Viaggio nel Tempo in un Borgo senza Tempo
Savogno è un piccolo borgo che sembra sospeso nel tempo, un luogo magico dove la modernità non è riuscita a intaccare l’anima antica delle sue strade, delle sue case e delle sue tradizioni. Situato a quasi mille metri di altitudine, questo gioiello nascosto si affaccia sulla Val Bregaglia, in Lombardia, a breve distanza da Chiavenna. Raggiungerlo non è cosa da tutti i giorni: non ci sono strade che conducono direttamente a Savogno, solo una lunga scalinata di 2.886 gradini che parte dalla cascata dell’Acqua Fraggia e si arrampica sulla montagna, come una spina dorsale di pietra, fino a questo villaggio senza tempo.
Un Borgo da Ammirare e Proteggere
Il villaggio di Savogno si svela al termine di un’ora di cammino attraverso una fitta radura di castagni. Qui, le case si aggrappano al pendio, con i loro lunghi e stretti loggiati in legno che corrono lungo le facciate, catturando ogni raggio di sole possibile. L’architettura del borgo è rimasta intatta, come congelata in un’altra epoca: le alte case in pietra, i loggiati in legno, la chiesa parrocchiale, le stalle, il torchio per l’uva, le fontane e il forno per il pane sono tutti testimoni di un tempo che sembra essersi fermato. Questo è un luogo dove le contaminazioni moderne non hanno ancora lasciato il segno, e la comunità locale si adopera strenuamente per proteggere questa eredità.
Anche se il villaggio non è più abitato stabilmente, Savogno rivive nelle occasioni speciali. Durante le festività o in estate, molte famiglie tornano alle case dei loro avi, riportando vita e calore a questo luogo incantato. Qui, il passato è palpabile, non solo nelle strutture ma anche nelle storie che si tramandano da generazione in generazione.
La Peste e l’Episodio Tragico del 1600
Una delle storie più cupe e affascinanti di Savogno risale a circa 400 anni fa, ai tempi della peste, tristemente nota come la “morte nera”. La peste, portata dai Lanzichenecchi, un corpo di mercenari tedeschi, raggiunse la zona della Val Bregaglia attraverso Dasile, un piccolo borgo vicino a Savogno. Lì, la morte iniziò a mietere vittime con una rapidità terrificante, portando panico e disperazione tra gli abitanti.
La paura della pestilenza spinse la comunità di Dasile a prendere una decisione disperata: due giovani furono scelti per lasciare il paese e rifugiarsi all’alpe Corbia, isolati dal resto della popolazione per garantire la sopravvivenza almeno di una parte della comunità, nel caso in cui l’epidemia avesse decimato tutti gli altri. Questi due giovani, pur avviliti, obbedirono. Ogni giorno, con estrema cautela, scendevano fino alle rocce che sovrastavano il villaggio per osservare da lontano cosa stesse accadendo. Con il passare dei giorni, videro il paese svuotarsi lentamente, fino a non vedere più nessun movimento.
Quando finalmente scesero fino al ponte che collegava Dasile a Savogno, scoprirono che era stato distrutto. Gli abitanti di Savogno, in preda alla paura, avevano scelto di tagliare ogni contatto con Dasile, distruggendo il ponte per impedire che la peste li raggiungesse. Ma questo atto di protezione si trasformò in un simbolo di egoismo e codardia. I due giovani, colpiti dall’ira e dalla disperazione, decisero di vendicarsi. Trovando la carcassa di un gatto morto, la lanciarono oltre il torrente verso Savogno, consapevoli che la peste avrebbe raggiunto il borgo.
Il loro terribile presagio si avverò: la peste si diffuse tra gli abitanti di Savogno, punendo duramente chi aveva scelto di salvare la propria vita a discapito degli altri. Questa storia, intrisa di dolore e rimorso, è un ricordo amaro di come la paura può portare l’umanità a commettere atti disperati e spesso insensati.
Savogno Oggi: Un Tesoro da Scoprire
Oggi, Savogno è una destinazione che attira visitatori da ogni dove, affascinati dalla sua storia, dalla sua bellezza incontaminata e dal senso di pace che si respira tra le sue vie silenziose. È un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove le tracce del passato sono ancora visibili in ogni angolo e dove la natura si unisce all’architettura per creare uno scenario mozzafiato.
La mulattiera che porta a Savogno è un vero capolavoro ingegneristico, un’opera d’arte che dimostra la maestria degli antichi abitanti della valle. Salendo questi gradini, si ha la sensazione di compiere un viaggio indietro nel tempo, di avvicinarsi a un mondo dove la vita era più semplice, ma anche più dura, e dove la comunità e la solidarietà erano elementi fondamentali per la sopravvivenza.
Visitate Savogno non solo per ammirare le sue bellezze, ma anche per riflettere sulle storie di chi ci ha vissuto, sui sacrifici e sulle scelte difficili che hanno plasmato questo borgo. Savogno è un luogo che parla a chi ha il cuore e l’anima per ascoltarlo, un tesoro nascosto che merita di essere scoperto e protetto per le generazioni future.