La dinamica dell’incidente è stata ricostruita grazie alle riprese del sistema di telecamere lungo la SS36. La Dacia su cui stavano viaggiando le due donne procedeva nella corsia settentrionale. Arrivata in prossimità del tunnel Corenno, l’auto si era fermata in una piazzola e aveva attivato l’indicatore di direzione sinistro. Invece di ritornare nella propria corsia e continuare a viaggiare verso nord, la Dacia aveva iniziato una manovra di inversione a U, includendo anche un breve tratto in retromarcia. La giovane conducente non si era fermata e aveva iniziato a guidare in senso contrario, mantenendosi sulla sua corsia di destra. Dopo qualche centinaio di metri, all’interno del tunnel Dervio, si era verificato l’incidente frontale con l’Audi. Le due donne erano decedute sul colpo, mentre l’uomo era stato trasportato all’ospedale di Gravedona e vi era rimasto per un mese, a causa di fratture al bacino e a una gamba.
Dopo le indagini della Polizia Stradale, la Procura ha incaricato un consulente di condurre una ricostruzione cinematica dell’incidente. Dai risultati è emerso che la Dacia viaggiava all’incirca a 90 km/h in senso contrario, mentre la velocità dell’Audi era stimata tra i 120 e i 140 km/h, in un’area dove il limite è fissato a 90 km/h. In seguito a una richiesta di ulteriore verifica, la consulente ha definitivamente stimato la presunta velocità dell’Audi in 140 km/h. Elementi che hanno portato la Procura a richiedere un’accusa di duplice omicidio stradale. La difesa ha presentato una perizia secondo la quale la velocità della Dacia sarebbe di 100 km/h, mentre quella dell’Audi sarebbe notevolmente inferiore rispetto a quanto affermato dal pubblico ministero.