Territorio

Il paese fermo nel tempo

Il paese fermo nel tempo

Paese fermo nel tempo – Nel cuore della provincia di Sondrio, immerso tra boschi e montagne, esiste un luogo che sembra aver fermo il tempo: il borgo di Savogno.

In questo articolo esploreremo cosa rende speciale Savogno, dalla sua collocazione geografica alla storia, fino all’esperienza che offre al visitatore, con un tono informale ma ricco di informazioni. Se cerchi un angolo autentico, fuori dai soliti circuiti turistici, continua a leggere.


Dove si trova e perché è “fermo nel tempo”

Il borgo di Savogno si trova nel comune di Piuro, sulla destra orografica della Val Bregaglia, in Lombardia, provincia di Sondrio.
Si trova a ca. 932 metri di altitudine, su un terrazzo naturale che domina il versante sottostante.

A renderlo “fermo nel tempo” concorrono vari fattori:

  • Il borgo è raggiungibile principalmente a piedi, tramite una ripida mulattiera di gradini (si parla di ~2.886 gradini) che sale nel bosco.

  • L’architettura rurale è rimasta praticamente intatta: case in pietra, loggiati in legno, viottoli selciati.

  • Strutturalmente, il borgo ha perso progressivamente popolazione negli anni, fino all’abbandono dell’ultima famiglia residenziale verso la fine degli anni ’60.
    Tutto ciò contribuisce a dare a Savogno quell’atmosfera sospesa, da “borgo di montagna di un tempo”.


Un po’ di storia

Fin dalle origini, Savogno aveva una collocazione importante: tardomedievale, fu punto di transito tra la valle e la vicina Svizzera, lungo vie di passaggio e scambi.
Nel 1628 erano censiti 210 abitanti distribuiti in 55 famiglie.

Verso la metà del XX secolo, tuttavia, la tendenza cambiò: l’esodo verso paesi più accessibili e la difficoltà di infrastrutture portarono allo spopolamento. L’ultimo abitante stabile lasciò il borgo nel 1968.

Oggi alcune famiglie lo frequentano durante l’estate, ma l’abitato conserva un fascino di tempi passati, senza grandi restauri “moderni” invasivi.


Cosa vedere e cosa fare

Ecco alcuni punti forti della visita a Savogno:

  • La mulattiera dei gradini: la salita – che conta circa 2.886 gradini – è un’esperienza a sé, nel bosco, che prepara all’arrivo al borgo.

  • Le case e i loggiati: osservare le abitazioni in pietra locale, le scale esterne, i balconi in legno che collegano i vari livelli è come fare un salto indietro nel tempo.

  • La chiesa parrocchiale dei Santi Bernardino da Siena e Antonio Abate: costruita nel ‘400 e poi restaurata, è un esempio dell’architettura rurale della valle.

  • Il panorama: dal terrazzo naturale dove sorge il borgo, lo sguardo si spinge sulla Val Bregaglia e sulle cascate sottostanti.

  • Silenzio e lentezza: non è un luogo “super turisticizzato”: la visita richiede tempo, scarpe comode, e una mentalità di immersione nella natura e nella storia.


Perché vale la pena visitarlo

Se sei alla ricerca di una meta che sia:

  • autentica e poco “commerciale”,

  • immersa nella natura e nella montagna,

  • ricca di storia e architettura rurale, allora Savogno è perfetta.

Lontano dal turismo di massa, offre un’esperienza di ritorno all’essenziale, a luoghi dove il ritmo è diverso.
Inoltre, è ideale per chi ama camminare, apprezzare panorami e borghi alpini silenziosi.


Visitare paese fermo nel tempo

  • Preparati: la salita è impegnativa, con molti gradini; scarpe adatte e buon fisico aiutano.

  • Accesso: la mulattiera parte dalla località Sarlone a Borgonuovo di Piuro.

  • Momento migliore: la bella stagione, quando il percorso è libero; evitare giornate di brutta meteo in alta montagna.

  • Non aspettarti grandi strutture turistiche: è un borgo “fermo nel tempo” anche da questo punto di vista, quindi accetta la semplicità.

  • Rispetto: trattandosi di un sito storico e in un contesto sensibile, rispetta l’ambiente, le case e la quiete del luogo.

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