Le vacanze in Italia non siano un bonus, ma una scelta e un valore

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Le vacanze in ItaliaAlla fine, probabilmente, arriverà. Bonus o credito d’imposta che sia, non fa differenza.
E non mi sento di criticare a priori un provvedimento che promuova le vacanze estive in Italia. Non certo perché lo chiedono gli enti preposti. Che fanno giustamente il proprio lavoro.
Ma una riflessione, se hai una testa pensante, ti viene naturale. Non puoi accettare che a parlarti di turismo siano i Briatore. Per cui servono gli elicotteri da una spiaggia all’altra, e se non te lo puoi permettere devi andare in Autogrill a prendere il sole.
Dopo mesi di appelli e retorica a buon mercato, ma anche di milioni di cittadini che si sono resi conto di cosa il Paese (maiuscolo) è in grado di fare al netto di chi lo governa (e governato) dal centro alla periferia, quando viene messo all’angolo.
Siamo sempre, perennemente, in ritardo, lo dice la nostra storia. Ma quando stiamo per cadere, dopo averne fatte di tutti i colori, ci rialziamo e troviamo dentro l’unicità di un popolo, che quando gli altri tiravano ancora le frecce costruiva le bellezze del mondo, le risorse che vengono dimenticate non si sa e capisce (e capirà mai) il perché.

E allora ti serve il bonus per scegliere per le tue vacanze quella che era la “portaerei del Mediterraneo”, ammesso che abbiamo ancora i soldi per farle? Non basta una vita per vedere tutta la penisola “del creato”. Dalle montagne, agli appennini e alle città d’arte. Senza dimenticare le piccole perle che il Belpaese regala in ogni borgo.
Dopo una tragedia immane come questa, con centinaia di migliaia di storie non raccontate, sarebbe bello, per una volta, cercare luoghi e persone autentiche, meno stereotipati. Se non le cerchi e non le trovi a casa tua, col piccolo particolare che si tratta del luogo in cui si concentrano 2/3 delle bellezze del pianeta, allora non c’è virus che tenga: ci meritiamo Booking e il suo algoritmo.

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