A cura di Ezio Maifrè
Forse è bene rammentare, per coloro che non conoscono la laboriosità, l’attaccamento alla famiglia e anche la bellezza della ragazze di Grosio, una leggenda. Prima però conviene citare un detto “ birichino “ che è passato, a torto o a ragione, dalla bocca di molti valligiani: a Grosio lavorano solo le donne “. Ora si può raccontare la leggenda tramandata “ bocca a bocca” da generazioni e in verità confermata dai dolci lineamenti orientali di talune donne: si narra che le donne di Grosio sarebbero di origine orientale . La cosa appare credibile e confermata anche dai costumi tradizionali femminili con la gonna di panno finemente pieghettata, il grembiule in seta, con maglie e corsetti finemente lavorati a filigrana d’oro, caratteristica quasi unica in Valle. Si racconta che alcuni artigiani di Grosio emigrarono in cerca di fortuna a Venezia durante il XVII secolo. Furono così bravi, così raffinati nei loro lavori artigianali che ebbero come premio dai veneziani delle schiave armene. Durante la guerra dei trent’anni la Valtellina fu devastata da guerre, scorribande, pestilenze, carestie. Grosio fu tra i paesi più devastati. Gli emigrati grosini pensarono bene di far rifiorire il loro paese ritornando da Venezia con tutti i loro beni, che erano molti. Portarono con loro anche le loro “schiave armene”.