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Un’innovazione tecnologica nel campo del riscaldamento domestico sta attirando grande attenzione, grazie all’esperienza di una coppia di anziani residenti in Essex che ha ridotto drasticamente i costi delle bollette energetiche con un sistema del tutto inedito.
Terrence e Lesley Bridges hanno sperimentato con successo un impianto di riscaldamento basato sul recupero del calore generato da un mini data center domestico, aprendo nuove prospettive per la transizione energetica e il risparmio in ambito abitativo.
Il sistema HeatHub: un mini data center domestico per riscaldare la casa
L’elemento chiave dell’innovazione si trova in un piccolo capanno nel giardino della coppia, dove è installato un dispositivo chiamato HeatHub prodotto da Thermify. Questo sistema integra oltre 500 micro-computer che, durante l’elaborazione dati, generano calore di scarto. Tale calore viene accumulato in un bagno d’olio e successivamente convogliato nel circuito dell’acqua calda sanitaria dell’abitazione, garantendo un riscaldamento efficiente e continuo.
L’adozione di questa tecnologia ha consentito a Terrence e Lesley di ridurre la spesa mensile per il riscaldamento da circa 375 sterline (circa 425 euro) a una cifra compresa tra 40 e 60 sterline (45-68 euro), un risparmio superiore al 85%. Oltre al riscaldamento, la coppia ha usufruito dell’installazione di pannelli solari e di batterie di accumulo, elementi che completano il progetto e aumentano ulteriormente l’efficienza energetica dell’abitazione.
Il HeatHub è parte integrante del progetto SHIELD promosso da UK Power Networks, finalizzato a sperimentare nuove forme di generazione e gestione del calore domestico. Questo innovativo approccio offre un duplice vantaggio: i provider di servizi IT coprono i costi dell’energia elettrica necessaria al funzionamento dei mini data center, mentre gli utenti domestici beneficiano gratuitamente del calore residuo prodotto.
Travis Theune, CEO di Thermify, definisce la tecnologia come una fonte di “calore pulito e verde a basso costo”. Ogni HeatHub ospita moduli basati su computer Raspberry Pi, noti per il basso consumo energetico ma in grado di generare una quantità significativa di calore durante l’attività di elaborazione dati. Tale calore, altrimenti disperso, viene così valorizzato per il riscaldamento domestico.

Il sistema HeatHub, risparmi centianai di euro all’anno – Valtellinamobile.it
L’utilizzo della termovalorizzazione del calore di scarto dei data center rappresenta una risposta innovativa alla crescente domanda di energia: i centri di elaborazione dati consumano infatti circa il 2,5% dell’elettricità totale nel Regno Unito, con prospettive di crescita significative nei prossimi anni. Progetti simili sono in fase di sperimentazione anche in altre regioni britanniche come Devon e Cambridgeshire, oltre ad iniziative pilota condotte da grandi aziende tecnologiche come Microsoft.
L’esempio della famiglia Bridges evidenzia come soluzioni tecnologiche digitali e sistemi ibridi possano contribuire in modo sostanziale alla transizione energetica, rendendo le abitazioni più indipendenti dal punto di vista energetico, più economiche e più sostenibili dal punto di vista ambientale.
In un contesto europeo, dove il dibattito politico si concentra spesso sulle pompe di calore, esperti di settore sottolineano l’importanza di diversificare le fonti e le tecnologie di riscaldamento. L’integrazione di sistemi a idrogeno, reti di teleriscaldamento e soluzioni ibride potrebbe infatti garantire una maggiore resilienza delle infrastrutture e un accesso più equo al calore, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e ottimizzando l’uso delle risorse esistenti.

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