28 Settembre 2023 23:52

Quanto tempo ci vuole per smaltire un rifiuto?

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Rifiuti abbandonati proprietario suolo I rifiuti vengono classificati in base alla loro origine in urbani e speciali e, in base alla loro pericolosità, in pericolosi e non pericolosi

URBANI
Rifiuti domestici provenienti dalle abitazioni, giacenti su strade e aree pubbliche, spiagge di laghi e mari e rive dei fiumi, resti vegetali provenienti da giardini e aree verdi.
SPECIALI
Rifiuti derivanti da lavorazioni industriali, attività agricole, artigianali, commerciali e dai servizi, rifiuti ospedalieri, materiali provenienti da scavi, demolizioni e costruzioni, macchinari e apparecchiature dismessi, veicoli, motori e loro parti.
PERICOLOSI
Rifiuti che contengono sostanze tossiche o nocive per l’uomo e per l’ambiente, come batterie, pile, farmaci, olii usati, pannelli contenenti amianto.

Non tutti i rifiuti impiegano lo stesso tempo per essere smaltiti. Anche se vengono degradati, inoltre, non significa che non saranno più un problema per l’ambiente: le molecole che compongono il rifiuto, infatti, potrebbero spargersi nel luogo circostante, continuando a inquinare.
Tempi medi di degradazione dei rifiuti più comuni
Giornale: 1 mese
Fazzoletto di carta: 3 mesi
Cartone per succhi: 1 anno
Gomma da masticare: 5 anni
Lattine in alluminio: 10 -100 anni (in base alla grandezza)
Sacchetti e bottiglie di plastica: 100 – 1.000 anni
Bottiglia di vetro: 500 anni

Per produrre 1 kg di vetro riciclato si consuma 1 kg di petrolio anziché i 350 kg necessari per produrre 1 kg di vetro nuovo.
Per produrre 1 tonnellata di carta occorrono 15 alberi, 440.000 litri di acqua e 7.600 kWh di energia elettrica. Per produrre 1 tonnellata di carta riciclata occorrono 0 alberi, 1800 litri di acqua e 2.700 kwh di energia elettrica.

Le microplastiche sono frammenti di plastica non biodegradabili, di dimensione inferiore ai 5 mm, che mettono in pericolo non solo l’ambiente, ma anche la salute umana. In particolare, l’uso di plastica nelle confezioni degli alimenti provoca una contaminazione che porta, nel corso di una settimana, a ingerire una quantità di microplastiche pari a una carta di credito (5 grammi). In media, quindi, ingeriamo senza rendercene conto circa 250 grammi di microplastiche all’anno.

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