Passato che non esiste più
Alcuni lettori grosini ci hanno inviato un’immagine allegandovi la didascalia ironica: “Un’immagine che rimanda ad un passato che non esiste più”.
GROSIO
Foto che immortala un momento del passaggio del Giro d’Italia a Grosio di martedì scorso.
Nel paese dove si narra la leggenda che vi lavorano solo le donne.
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Lavoro nei campi
Nello scatto si vede un’anziana signora con il rastrello che, assumendosene i rischi, ha attraversato la strada un paio di secondi prima che arrivassero i ciclisti, di gran carriera.
Tra l’altro sotto lo sguardo dell’alpino, ma senza rivendicazioni ideologiche.
Perché il lavoro (nei campi) è lavoro e non può aspettare le biciclette e il divertimento.
Soprattutto a Grosio.
Hotel Sassella***
Ristorante Jim
Cenni storici del comune di Grosio
Antico e grosso borgo che riveste una grande importanza nel panorama archeologico, artistico e storico della Valtellina.
Paese di antiche origini (la zona di Grosio fu abitata in epoca preistorica), dal 1355 fu feudo dei Venosta e nel 1600 ebbe importanti rapporti con Venezia.
Paese che diede i natali al più celebre pittore valtellinese: Cipriano Valorsa, valorizzato solo nel 1800, fu definito il Raffaello della Valtellina, e per la sua pittura tipicamente religiosa gli è valsa la qualifica di Pittore Devoto.
Questo paese offre ancora intatti quei caratteri di cordialità, solidarietà e tradizioni vive, tanto da costituire uno dei più caratteristici della valle. Inoltre l’amenità dei luoghi, i monumenti, l’ottima cucina locale, sono un buon motivo per fermarsi in visita o per una vacanza estiva.
Attività principali sono l’agricoltura e l’artigianato; grazie a un territorio ricco di pascoli e prati, Grosio ha un pregevole patrimonio bovino.
Di notevole importanza sono le incisioni rupestri risalenti all’età del bronzo e del ferro, incisioni che insieme ai resti di due importanti castelli (nuovo e vecchio) medioevali, si trovano su un promontorio roccioso tra Grosotto e Grosio, espressione di una concentrazione di millenni di storia locale e della Valtellina intera.
Per valorizzare il complesso archeologico di Grosio è stato costituito il Parco delle Incisioni Rupestri, con sede nella Villa-Museo Comunale Visconti Venosta.
Del castello Faustino (o vecchio) si ha notizia già in documenti del 1150, mentre il Castello nuovo risale al 1350 circa, per volontà dei Visconti Venosta ed e uno dei più rilevanti complessi della valle: entrambi svolsero un’importante opera difensiva, vista la loro posizione particolarmente strategica. Importante la visita al centro storico; vi troviamo uno tra i monumenti più rappresentativi del paese: la chiesa di San Giorgio (secolo XIII) e il suo campanile in stile romanico.
In via Roma, nei pressi della parrocchiale di San Giuseppe (1626), sorge il palazzo Visconti Venosta (secolo XVI), dimora estiva dell’illustre famiglia e oggi sede del museo civico, della biblioteca comunale e del Parco delle Incisioni Rupestri. Vale sicuramente una visita.
Grosio è caratterizzata da una storica emigrazione a Venezia da cui deriverebbe anche l’uso del tipico costume che molte anziane del luogo indossano tuttora.
Una valle interessante e consigliabile per escursioni e passeggiate a qualsiasi turista, è certamente la Val Grosina.
Questa magnifica vallata, ricca di boschi, malghe, alpeggi, non ancora contaminata dal turismo residenziale, consente al visitatore di godersi paesaggi belli in un ambiente ancora intatto e naturale.
A Grosio hanno sede importanti impianti idroelettrici.