Reintrodotti nel 1997
Un impegno congiunto, che ha unito tre province, oltre 300 chilometri di sentieri di alta montagna percorsi, per un’attività di monitoraggio che ha consentito di individuare la presenza di circa 1300 stambecchi sulle alpi Orobie, un dato leggermente superiore rispetto al 2008.
Il progetto ha coinvolto personale del Parco delle Orobie Valtellinesi, del Parco delle Orobie Bergamasche, della Polizia Provinciale di Sondrio, Lecco e Bergamo e i guardiacaccia delle due aziende faunistiche venatorie del territorio. «
Risale al 1997 la liberazione sulle Orobie dei primi 87 esemplari provenienti dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, per il più grande progetto di reintroduzione mai tentato sulle Alpi italiane.
Due nuclei distinti di stambecchi per altrettante zone, il Pizzo Tre Signori e il Pizzo Coca, che in poco più di dieci anni erano diventati oltre mille.
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Parco delle Orobie Valtellinesi
È stato l’Istituto Oikos, coordinatore scientifico del progetto, a presentare i risultati nel corso dell’incontro pubblico che si è svolto venerdì scorso presso la sede di Albosaggia.
Il bilancio è positivo, anche se rimangono alcuni aspetti da analizzare, principalmente legati alla disomogenea crescita della popolazione: quella orientale si è molto allargata, occupando tutte le più alte cime orobiche, fino ai complessi montuosi a sud della bergamasca, mentre quella occidentale non è aumentata come ci si aspettava.
Oggi sulle Alpi sono censiti circa 50 mila stambecchi, in tutti i Paesi alpini, originati dai 100 esemplari sopravvissuti agli inizi del Novecento nel territorio che oggi è il Parco Nazionale del Gran Paradiso.
I Paesi con più individui sono l’Italia e la Svizzera, che ne contano oltre 15 mila ciascuno.
Il lupo non rappresenta un problema per lo stambecco, che si sa difendere e facilmente si rifugia in zone inaccessibili al predatore, ma la minaccia, soprattutto per i piccoli, è rappresentata dall’aquila reale.