Notizie Frontalieri Valtellina
Martedì 22 luglio 2025 Regione Lombardia ha incontrato i rappresentanti sindacali dei frontalieri per discutere della cosiddetta “tassa sulla salute” applicata ai lavoratori frontalieri storici.
Nel corso del confronto, la Regione ha comunicato che il decreto attuativo della norma è in fase di definizione e ha annunciato che verrà applicata la tariffa minima prevista, pari al 3% del reddito.
I sindacati italiani, in sintonia con le posizioni espresse da tempo anche dai sindacati svizzeri, hanno ribadito la loro netta contrarietà alla misura, definendola una doppia imposizione sul reddito e quindi incompatibile con gli accordi bilaterali tra Italia e Svizzera.
Hanno inoltre proposto la trasformazione dell’imposta in un contributo volontario, per evitare possibili profili di incostituzionalità.
La Regione ha però confermato l’intenzione di mantenere la natura impositiva del prelievo, pur aprendo alla possibilità di destinare il 30% del gettito alla creazione di un sistema di welfare di frontiera.
Rimane da chiarire la posizione delle altre Regioni coinvolte, in particolare Piemonte e Valle d’Aosta.
Cos’è la “tassa sulla salute”?
Introdotta con la legge di bilancio italiana del dicembre 2023, la “tassa sulla salute” è un contributo obbligatorio a carico dei cosiddetti “vecchi frontalieri”, ovvero coloro che lavorano in Svizzera ma risiedono in Italia e rientrano quotidianamente.
L’importo previsto varia dal 3% al 6% del reddito netto annuo, con una soglia minima di 30 euro mensili e una massima di 200 euro.
Le Regioni di confine – Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta – sono responsabili della definizione delle modalità di calcolo e riscossione.
Tuttavia, al momento, la norma non è ancora operativa: manca il decreto attuativo e non esiste un meccanismo di scambio dati tra Italia e Svizzera per identificare i soggetti interessati.
Si prospetta quindi un sistema basato su autocertificazione da parte dei lavoratori.
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Nuove regole fiscali per frontalieri: conviene ancora lavorare in Svizzera?
Dal 17 luglio 2023 è entrato in vigore un nuovo accordo tra Italia e Svizzera che modifica la tassazione dei frontalieri: applicabile dal 1° gennaio 2024.
Vecchi vs nuovi frontalieri
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Vecchi frontalieri: coloro che lavoravano in Svizzera tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023; mantengono il regime precedente e pagano tasse solo in Svizzera.
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Nuovi frontalieri: chi ha iniziato dal 17 luglio 2023 in poi; adesso paga imposte in Svizzera (80 % del reddito) e in Italia (IRPEF su base imponibile, con detrazione e franchigia di 10.000 €).
Franchigia e tassazione concorrente
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I nuovi frontalieri beneficiano di 10.000 € di esenzione sulla tassazione italiana.
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Le imposte svizzere versate (80 % del reddito) vengono detratte dall’IRPEF, calcolata sugli scaglioni italiani.
Esempio: reddito 100.000 €, 15 % imposta svizzera:
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Svizzera: 12.000 €
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Italia: IRPEF su 90.000 € ~31.340 €, meno 12.000 €, = 19.340 €
Totale tasse: ~31.340 €
Prima del cambio: solo ~15.000 €, quindi raddoppio del carico fiscale per i nuovi frontalieri.
Perdite significative per chi guadagna di più
Gli effetti sui redditi medio-alti sono particolarmente pesanti. Secondo un’analisi del Corriere del Ticino, si evidenziano differenze annue crescenti:
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45.000 CHF (cameriere): netto vecchio frontaliere ~38.840 CHF/anno; nuovo frontaliere ~32.898 CHF → -6.000 CHF/anno (~460 CHF/mese).
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65.000 CHF (operaio edile): differenza ~11.000 CHF all’anno, ~850 CHF al mese.
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80.000 franco: gap oltre 14.000 CHF/anno (~1.100 CHF/mese).
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120.000 CHF (medico): perdita annua di quasi 23.000 CHF, ossia 1.700 CHF/mese.
Conclusione: più cresce il reddito, più aumenta la differenza tra vecchio e nuovo frontaliere.
Effetti sul Ticino: meno frontalieri, più residenti
Secondo l’Ufficio cantonale di statistica Ticino (USTAT), tra fine 2023 e metà 2025:
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I frontalieri con permesso G sono scesi da oltre 80.000 a circa 78.400.
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Il mercato del lavoro cresce (+3.000 posti), mentre diminuiscono i frontalieri: un trend inesorabile dal 2024.
Contemporaneamente, i permessi B (residenti in Ticino) sono passati da 16.500 a 18.000 tra primo trimestre 2024 e 2025.
Perché trasferirsi in Ticino conviene ora
Riequilibrio reddito/tasse
Pur essendo diminuita la convenienza rispetto al passato, i salari svizzeri restano più alti dei corrispettivi italiani. Anche tra nuovo frontaliere e trasferito in Ticino, i vantaggi possono esserci grazie a:
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Nessuna doppia imposizione;
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Imposte alla fonte complete;
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Maggiore potere d’acquisto e qualità della vita.
Ad esempio, un cameriere che in Italia prende ~1.500 €/mese può raggiungere ~2.500 CHF in Ticino anche da nuovo frontaliere, e oltre 3.000 CHF da residente.
Altri vantaggi del permesso di dimora (B)
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Nessuna IRPEF italiana;
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Accesso a servizi, scuola, sanità ticinesi;
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Possibilità di scaricare il costo della vita locale.
Chi deve valutare il trasferimento?
Profilo ideale
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Nuovi frontalieri (post 17 luglio 2023) con reddito medio-alto (>45.000 CHF), che ora subiscono un peso fiscale maggiore.
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Dipendenti con scarsa convenienza a partire perché la differenza tra salario italiano e svizzero si riduce drasticamente.
Check-list decisione
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Calcolo netto vs netto italiano: con e senza trasferimento;
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Oneri fiscali italiani vs franchigia e aliquote svizzere (80 %);
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Costi di vita e logistica del trasferimento;
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Tendenze occupazionali: aumentano i posti in Ticino.
Prospettive
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Il regime attuale penalizza i nuovi frontalieri: imposte doppie e gap salariale netto sensibile, fino a 23.000 CHF/anno nei redditi alti.
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Il pendolarismo è meno conveniente, dimostrato da dati ufficiali e da rifiuti delle offerte con permesso G.
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Aumentano i residenti in Ticino, con 1.500 permessi B in più in un anno.
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Il trasferimento in Svizzera può convenire: salari ancora più alti, meno tasse, e miglior qualità di vita.
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Il confine tra convenienza e convenienza fiscale è fluido: consigliabile una simulazione dettagliata (in genere da commercialisti).
In sintesi:
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Il pendolarismo non conviene più come prima.
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Chi oggi sceglie la Svizzera preferisce trasferirsi.
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Il mercato ticinese si sta ristrutturando: meno frontalieri, più residenti.