Imerio Massignan si è spento a 87 anni. Il corridore vicentino è morto all’ospedale di Novi Ligure dove era ricoverato da alcune settimane a causa di un ictus.
Posto a 2651 metri sul livello del mare, il passo Gavia è un valico alpino che mette in comunicazione l’alta Valle Camonica e l’alta Valtellina.
GIRO ITALIA – Il Gavia deve la sua celebrità al Giro d’Italia, in quanto rappresenta una delle salite storiche della Corsa Rosa. Il valico è stato infatti inserito nel percorso del Giro dieci volte, e in sette di esse è stato Cima Coppi: nel 1989 (ma non fu scalato causa maltempo), 1996, 1999, 2004, 2006, 2008 e 2010.
RIFUGIO GAVIA: MALCONCIO, MA RICCO DI STORIA
1960 – La prima ascesa risale al 1960. La salita al passo, dal versante bresciano di Ponte di Legno, viene infatti inserita per la prima volta nel percorso del Giro in occasione della penultima tappa, da Trento a Bormio, l’8 giugno.
TAPPA – L’ascesa al Gavia appare subito di inedita durezza e pericolosità, sia per i ciclisti, sia per i mezzi motorizzati al seguito della corsa: le sue pendenze superano quelle dello Stelvio, la strada è stretta, sostanzialmente sterrata, e si inerpica sul crinale affiancata da burroni che incutono timore.
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FREDDO – La tappa si svolge in modo regolare. Piove e fa freddo. In cima al Gavia transita per primo il giovane Imerio Massignan, che poi forerà ripetutamente lungo la pericolosa discesa verso Bormio, favorendo così il recupero e la vittoria di tappa del campione lussemburghese Charly Gaul, già vincitore del Giro d’Italia nel 1956 e 1959 e del Tour de France nel 1958.
Angelo del Gavia
Il primo a transitare sul GPM fu Imerio Massignan “Partimmo fortissimo ed a 80 Km dall’arrivo ero già solo in testa alla corsa. Ai tempi del Gavia si sapeva poco o nulla, non avevamo fatto alcun tipo di ricognizione. A un certo punto, superato il piccolo borgo di Sant’Apollonia, mi trovai davanti una vera e propria mulattiera: ripida, ghiaia e sassi da tutte le parti, muri di neve alti sei metri ed uno strapiombo a tenermi compagnia ad oltre 2300 metri di quota. Transitai in cima al valico con quasi 2 minuti di vantaggio su Gaul, alle mie spalle corridori da tutte le parti che con le spinte del pubblico cercavano di raggiungere la vetta in ogni modo. Da quel momento il mio nome è rimasto indelebilmente legato al Gavia: ne vado molto orgoglioso”.