Dell’autunno non sappiamo, ma in estate ci spaventano (ancora)

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Dell'autunno“La gente non viaggia, non ha soldi, ha paura, non ci sono voli e non è nello stato d’animo di divertirsi”. Parole che lasciano di sasso, soprattutto se si pensa che arrivano da un esponente di spicco di una delle regioni più importanti (non solo d’Italia) dal punto di vista del PIL turistico.
Eppure il peggio dovrebbe essere alle spalle. Tutte le aziende, pur con dei limiti, hanno ripreso a lavorare da tempo. Molte attività non si sono mai fermate.
Non solo. Ci sono 13 regioni su 20 con meno di 200 positivi, di cui 10 con meno di 100 casi, le terapie intensive a breve saranno occupate da poche di decine di pazienti.
Soprattutto i decessi sono in un numero che sicuramente, pur senza conoscenze mediche, si può ipotizzare siano legati (ora davvero) principalmente alla presenza di altre patologie più gravi nei malati. Senza per questo minimizzare il dolore delle vittime, se però ragioniamo in ottica Paese con 60 milioni di anime che lo popolano, non dovremmo leggere più certe frasi al 15 luglio.
Forse, più o meno inconsapevolmente, si sta giocando sul filo del rasoio con l’indice di fiducia dei cittadini. Dato che oscilla molto di più di qualsiasi altra statistica nell’epoca web e social.
Non passa minuto che, da mesi, si senta affermare dalla comunità scientifica, ma anche politica, senza contare le soubrette a cui viene chiesto un parere in prime time, che questo autunno dobbiamo prepararci, che sarà anche peggio. Che con il freddo torneremo in emergenza.
Lo senti talmente tante volte che inizi a pensare che possa essere la favola di “Al lupo! Al lupo!”.
Posto che ad ottobre/novembre magari le cose peggioreranno, di certo la prima preoccupazione non può che essere lo sblocco dei licenziamenti, ma quale senso ha terrorizzare le persone, oggi inevitabilmente molto più fragili dopo aver perso certezze, lavoro, reddito e potere d’acquisto? Lo vogliono proprio mettere in ginocchio questo stivale malandato, ma ancora (miracolosamente) in piedi.
Anche chi non è stato toccato nel portafoglio dalla pandemia non si muove, non spende, diffonde anzi paure e timori. Nonostante l’Italia sia tornata alla normalità quando ci sono Nazioni con 50mila nuovi positivi e migliaia di morti al giorno.
Di questo passo, senza una veloce inversione di tendenza rispetto alla comunicazione da “asilo Mariuccia” alla quale siamo sottoposti 24 ore su 24, finirà che in autunno resteranno in pochi con le serrande aperte e ci sarà sempre meno spazio, anche se probabilmente sarà troppo tardi, per chi strumentalizza il Covid per accaparrarsi un voto in più, ma anche per coloro che lo utilizzano per mantenersi il sedere sulla poltrona.

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