In arrivo una stangata imprevista che colpirà i risparmi di migliaia di italiani, il danno purtroppo sarà inevitabile.
Ci sono notizie che non fanno rumore, ma si insinuano lentamente nella quotidianità, cambiando il modo in cui guardiamo ogni singolo scontrino. A volte basta una percentuale scritta su un foglio per far tremare le certezze di milioni di famiglie e imprese in un solo istante.
L’ipotesi di un aumento dell’IVA al 27% non è più solo una voce, ma una possibilità concreta che agita il dibattito politico ed economico. Un incremento che, se confermato, rappresenterebbe il livello più alto mai raggiunto in Italia, portandoci tra i primi in Europa per pressione fiscale.
L’IVA sale al 27%, un cambiamento critico
Le ragioni dietro questa scelta sono molteplici, vincoli europei, bilanci da rispettare e nuove spese pubbliche da finanziare in tempi sempre più incerti. Il Governo valuta correttivi fiscali e, in assenza di alternative, l’IVA rischia di diventare la leva più immediata per far quadrare i conti.

Aumenteranno tasse e costi di produzione – valtellinamobile.it
Il Ministero dell’Economia non ha ancora confermato nulla, ma le indiscrezioni bastano a far tremare mercati e consumatori. Anche un aumento di soli due punti percentuali potrebbe generare rincari diffusi su beni essenziali, carburanti e servizi di uso quotidiano.
L’IVA è un’imposta indiretta che colpisce ogni passaggio della filiera produttiva e quando cresce, nessun settore riesce davvero a sfuggirle. Per le famiglie già provate da mutui, bollette e inflazione, anche pochi euro in più a scontrino diventano un peso difficile da sostenere.
Attualmente, l’aliquota ordinaria è al 22%, con riduzioni al 10% e al 4% per alcuni beni di prima necessità. Portarla al 27% significherebbe colpire abbigliamento, elettronica, carburanti, servizi professionali e gran parte dei prodotti per la casa.
Gli effetti sarebbero immediati, listini più alti, carrelli della spesa più leggeri e un’inflazione tecnica destinata a salire quasi automaticamente. Le imprese, soprattutto quelle con margini ridotti, rischierebbero di non riuscire a scaricare l’aumento sui clienti finali.
Gli economisti parlano di un possibile effetto domino sui consumi, con un calo del potere d’acquisto e una frenata della domanda interna. In un Paese che fatica a riprendersi dalle crisi recenti, una nuova tassa “invisibile” rischia di aggravare ulteriormente la situazione.
Le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme, le fasce medie, già erose da anni di rincari e stipendi fermi, rischiano un impoverimento reale. Il dibattito politico è acceso, c’è chi vede l’aumento come inevitabile e chi lo considera un colpo insostenibile per famiglie e imprese.
La Commissione Europea chiede da tempo maggiore stabilità fiscale, soprattutto ora che le misure straordinarie post-pandemia stanno per finire. Ma aumentare l’IVA resta una scelta impopolare, socialmente rischiosa e potenzialmente devastante per l’economia reale.
Per ora, l’aliquota resta al 22%, ma l’ombra del 27% incombe come un monito sulle prossime manovre di bilancio. E se davvero si arriverà a quel numero, non sarà solo una cifra: sarà il prezzo concreto di una crisi che non accenna a finire.

In arrivo un aumento imprevisto - valtellinamobile.it




