Lavori in Ticino: perché molti lavori restano orfani
Nel Canton Ticino — come in altre regioni della Svizzera — esiste una gamma di professioni che risultano sempre più difficili da coprire con manodopera locale: si tratta spesso di lavori fisicamente impegnativi, ripetitivi, poco desiderabili e che comunque garantiscono, grazie allo standard svizzero, retribuzioni relativamente alte rispetto all’Italia.
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Lavori in Ticino evitati
Per questo motivo, molte di queste mansioni sono svolte da frontalieri italiani (o da italiani che si trasferiscono per lavoro), disposti a “sopportare” condizioni di lavoro pesanti — anche turni, fatica, lavoro manuale — in cambio di un salario e condizioni migliori rispetto a quanto offerto da una posizione equivalente in Italia.
Nelle righe che seguono, analizziamo cinque di questi lavori “meno desiderati” (o “evitati” da molti svizzeri) che oggi — per buona parte — sono svolti da italiani in Canton Ticino.
1. Cameriere / Cameriera (settore ristorazione e alberghiero)
Il lavoro di cameriere/ cameriera — in ristoranti, bar o hotel — è spesso incluso tra quelli che “nessuno vuole più fare”.
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Spesso richiede impegno serale, notturno o nei weekend.
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Il ritmo può essere intenso, con orari discontinui e richiesta di flessibilità.
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Nonostante in Svizzera lo stipendio sia più alto rispetto a molti altri paesi, questo tipo di posizione viene spesso evitato da chi cerca un impiego “stabile, comodo e con orari regolari”.
Per questi motivi, molti locali — soprattutto in zone con turismo o ristorazione attiva — fanno ricorso a personale italiano, per il quale la differenza salariale e la qualità della vita possono risultare vantaggiose rispetto al contesto italiano.
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2. Operaio / Operaia generico / lavoratore in produzione o impianti
Nel panorama dei “lavori poco ambiti” troviamo anche gli operai, in imprese di produzione, manutenzione, industria e simili.
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Si tratta di attività spesso ripetitive, magari su turni, talvolta anche fisicamente pesanti.
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Richiedono disponibilità e flessibilità, ma possono risultare poco attraenti a chi cerca un lavoro “moderno” o con prospettive di carriera.
In Ticino — dove la domanda di operai non manca — le imprese spesso faticano a reperire personale locale, e quindi guardano alla manodopera italiana, disposta ad accettare condizioni di lavoro che molti svizzeri preferiscono evitare.
3. Muratore / Operatore edile / settore costruzioni
Il settore dell’edilizia in Svizzera (e quindi anche in Ticino) soffre di una cronica carenza di manodopera per lavori manuali e di cantiere: muratori, operai edili, addetti a lavori pesanti.
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Il lavoro è fisicamente gravoso, può richiedere sforzi, lavoro pesante, condizioni meteorologiche variabili.
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Spesso richiede competenze specifiche, resistenza e disponibilità a turni o orari intensi.
Per questo motivo è tra quei mestieri “evitati” da molti residenti svizzeri — e alla fine diventano occupati quasi esclusivamente da frontalieri italiani o lavoratori migranti.
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4. Professioni sociosanitarie / assistenza / infermieristica / cura della persona
Un’altra categoria di occupazioni molto richiesta in Ticino è quella relativa alla sanità, assistenza, cura e supporto: operatori sociosanitari, infermieri, assistenti domiciliari, personale di case di riposo o strutture per anziani.
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Spesso si tratta di lavori “pesanti” sotto il profilo sia fisico che emotivo.
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I turni possono essere scomodi, con orari notturni o festivi, e le richieste del lavoro possono essere significative (cura di anziani, persone fragili, assistenza continua).
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Molti svizzeri evitano questi ruoli, o preferiscono ruoli meno “stressanti” o più regolamentati.
Di conseguenza, le strutture sanitarie e di assistenza in Ticino fanno frequentemente ricorso a lavoratori italiani, che — grazie all’attrattiva degli stipendi e della stabilità lavorativa — accettano queste posizioni.
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5. Settore agricolo / lavori manuali stagionali
Infine, un’altra categoria di lavori scarsamente coperta dagli svizzeri in alcuni casi riguarda l’agricoltura, raccolte stagionali, manodopera rurale, allevamento, cura degli animali, produzione agricola.
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Questi lavori sono spesso non qualificati, pesanti, svolti all’aperto, stagionali o con orari variabili.
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Non offrono la stabilità o le condizioni che molti cercano — per questo risultano poco attraenti per la forza lavoro locale.
Per questo motivo, molte aziende agricole o piccoli produttori nella Svizzera italiana si rivolgono a lavoratori italiani o frontalieri, disposti ad accettare questi incarichi in cambio di retribuzioni più alte rispetto all’Italia.
Perché molti svizzeri evitano questi lavori in Ticino
Ci sono diverse ragioni, spesso combinate, che spiegano questa dinamica:
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Fatica fisica e stress: molti di questi lavori sono duri, richiedono resistenza fisica, lavori in orari “sporchi”, turni, lavoro stagionale o serale. Per chi cerca comfort, stabilità o lavori “puliti”, sono poco attrattivi.
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Preferenza per lavori “meno manuali” o con mansioni diverse: in un’economia moderna come quella svizzera, molti giovani o residenti preferiscono lavori nei servizi, nell’informatica, nelle professioni regolamentate — più sicuri e meno usuranti.
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Retribuzioni e incentivo economico per stranieri o frontalieri: per gli italiani, anche un lavoro duro in Ticino può risultare economicamente conveniente rispetto all’Italia, soprattutto considerando stipendio e qualità della vita.
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Carenza strutturale di manodopera locale disponibile o disposta a certi ruoli: spesso le imprese non riescono a trovare svizzeri disposti ad assumersi lavori pesanti o faticosi, e quindi guardano all’estero o ai frontalieri.
Lavori in Ticino: un fenomeno complesso
La presenza massiccia di italiani in questi tipi di lavori in Canton Ticino non è solo una questione di “mancanza di candidati svizzeri”, ma rappresenta una dinamica complessa: economica, sociale, culturale.
Per molti italiani, rappresenta un’opportunità: salari migliori, possibilità di “salto” rispetto al mercato del lavoro italiano, qualità della vita.
Per le imprese ticinesi, significa avere manodopera disponibile per settori critici.
Ma per la comunità locale significa anche confrontarsi con una dipendenza di certe categorie di lavoro da lavoratori stranieri, e con potenziali squilibri nel mercato del lavoro.












