La lavorazione del legno è un’attività antica e diffusa, ma comporta rischi per la salute legati all’inalazione delle polveri generate durante le varie fasi di lavorazione. È fondamentale distinguere tra legni duri e legni teneri, poiché le polveri derivanti dai primi sono state classificate come cancerogene per l’uomo, mentre quelle dei secondi presentano rischi minori.
Pericolosità delle polveri
I legni duri provengono da alberi della famiglia delle latifoglie o angiosperme, come faggio, quercia, acero e betulla. Questi legni sono più compatti e densi rispetto ai legni teneri, che derivano da conifere o gimnosperme, come pino, abete e cedro. La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato le polveri di legno duro come cancerogene per l’uomo (Gruppo 1), associandole principalmente a tumori delle cavità nasali e dei seni paranasali. Al contrario, le polveri di legno tenero non sono state classificate come cancerogene, ma possono comunque causare irritazioni delle vie respiratorie e reazioni allergiche.
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Meccanismi di azione delle polveri di legno duro
L’inalazione prolungata delle polveri di legno duro può portare all’accumulo di particelle nelle vie respiratorie superiori, causando infiammazione cronica e aumentando il rischio di sviluppare neoplasie. Le particelle fini possono depositarsi nelle cavità nasali e nei seni paranasali, provocando danni cellulari che, nel tempo, possono evolvere in tumori maligni.
Settori lavorativi a rischio
Le professioni maggiormente esposte al rischio includono:
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Falegnameria: lavorazione, taglio e assemblaggio del legno.
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Produzione di mobili: levigatura, piallatura e finitura.
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Carpenteria edile: costruzione di strutture in legno.
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Segherie: taglio e preparazione del legname grezzo.
In queste attività, l’esposizione alle polveri di legno duro è frequente e può raggiungere livelli pericolosi se non vengono adottate adeguate misure di sicurezza.
Normativa e limiti di esposizione
In Italia, il Decreto Legislativo 81/2008 classifica le polveri di legno duro come agenti cancerogeni, stabilendo un valore limite di esposizione professionale di 2 mg/m³ per un periodo di riferimento di 8 ore. Questo limite è stato progressivamente ridotto nel tempo per garantire una maggiore protezione dei lavoratori.
Misure di prevenzione e protezione
Per ridurre l’esposizione alle polveri di legno duro, è fondamentale adottare le seguenti misure:
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Sistemi di aspirazione: installare impianti di aspirazione localizzata su macchinari e postazioni di lavoro per captare le polveri alla fonte.
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Ventilazione: garantire una buona ventilazione degli ambienti di lavoro per diluire la concentrazione di polveri nell’aria.
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Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): fornire e utilizzare maschere respiratorie adeguate (classe FFP2 o FFP3) e indumenti protettivi.
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Pulizia regolare: effettuare la pulizia periodica degli ambienti di lavoro utilizzando aspirapolvere industriali dotati di filtri adeguati, evitando l’uso di aria compressa che potrebbe sollevare le polveri depositate.
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Formazione e informazione: istruire i lavoratori sui rischi associati all’esposizione alle polveri di legno duro e sulle corrette pratiche lavorative per minimizzare tali rischi.
Polvere legno
La consapevolezza dei rischi associati all’esposizione alle polveri di legno duro è fondamentale per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. L’adozione di misure preventive adeguate e il rispetto delle normative vigenti sono passi essenziali per ridurre l’incidenza di patologie correlate e promuovere un ambiente di lavoro sicuro.