L’uso scorretto della frizione durante le soste può causare danni costosi al veicolo. Ecco i consigli degli esperti
Con l’aumento delle vetture a cambio manuale in circolazione e la crescente attenzione verso la manutenzione corretta per evitare spese ingenti, è opportuno soffermarsi su un aspetto spesso trascurato nella guida quotidiana: l’uso della frizione quando si è fermi in coda.
Juanjo Jimenez, noto meccanico spagnolo con ampia esperienza e seguito sui social, ha recentemente evidenziato un comportamento di guida molto diffuso che può causare danni seri e costosi alla frizione. Nel frattempo, il mondo delle supercar si prepara alle nuove sfide regolamentari imposte dall’Unione Europea, mentre in Formula 1 la stagione 2025 registra un equilibrio serrato tra i protagonisti.
L’importanza di un uso corretto della frizione
Secondo Jimenez, molti automobilisti mantengono il piede sulla frizione durante le soste al semaforo o in coda, una pratica che, seppur comune, provoca un’usura accelerata del cuscinetto di rilascio. Questo componente, fondamentale per il corretto funzionamento della trasmissione manuale, subisce una sollecitazione costante non prevista se il pedale rimane premuto a lungo, anche con pressione minima.
Il problema tecnico è semplice: mantenere il pedale della frizione premuto a lungo genera attrito e calore eccessivi sul cuscinetto, che si consuma molto più rapidamente, potenzialmente compromettendo anche altri componenti come disco, spingidisco e volano. La sostituzione di questi elementi può arrivare a costare fino a 1.000 euro, trasformando un’abitudine apparentemente innocua in un problema economico rilevante.
Per evitare questa usura prematura, Jimenez suggerisce di posizionare la leva del cambio in folle durante le soste prolungate e di rilasciare completamente il pedale della frizione, oppure attivare il freno di stazionamento quando possibile. Questo consente al cuscinetto di rilascio di rimanere in condizioni di riposo, preservandone la durata. Il consiglio si estende anche alle soste in salita, dove molti usano la frizione come freno, un errore che accelera ulteriormente i danni.

Attenzione alla frizione – (valtellinamobile.it)
Tuttavia, non tutti gli esperti concordano sull’impatto universale di questa pratica: alcuni modelli moderni hanno cuscinetti più resistenti e tolleranze maggiori, mentre vetture con chilometraggio elevato o componenti già logori risultano più vulnerabili. Per questo motivo, è sempre consigliabile seguire le indicazioni del costruttore e affidarsi a controlli regolari presso officine specializzate. Una guida consapevole e preventiva può allungare la vita della frizione e contenere le spese di manutenzione.
A partire da luglio 2026 entrerà in vigore la terza fase del regolamento europeo 540/2014, che abbasserà ulteriormente il limite massimo di emissioni acustiche per i veicoli della categoria M1, comprendente tutte le auto passeggeri fino a 9 posti. La soglia sarà fissata a 68 dB, senza distinzione tra SUV di massa e supercar esclusive, con un impatto potenzialmente devastante sulla produzione e commercializzazione di molte vetture sportive.
L’ACEA (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) ha espresso preoccupazione per la mancanza di distinzioni tra veicoli di massa e supercar, sottolineando che una differenziazione più mirata non comprometterebbe gli obiettivi di lotta all’inquinamento acustico ma eviterebbe di penalizzare ingiustamente modelli di nicchia. Inoltre, i metodi di misurazione attuali non considerano adeguatamente fattori come il tipo di asfalto o il rumore da rotolamento degli pneumatici, che oggi rappresentano una fonte significativa di rumore a causa del peso crescente delle auto.

La frizione può causare molti problemi all'auto - (valtellinamobile.it)


