Il borgo del silenzio, l’oasi segreta della Valtellina tra vette imponenti e pace assoluta

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Questa è una meta perfetta per l’autunno, un borgo che è quasi un’oasi segreta nel cuore della Valtellina tra montagne e silenzio. 

Nel cuore della Valtellina, a quasi mille metri di altitudine, si trova Savogno, un borgo che incarna l’essenza di un passato intatto, un vero e proprio scrigno di storia e tradizione immerso in un paesaggio montano mozzafiato.

Savogno
Un piccolo gioiello tra montagne e silenzio: il borgo da visitare in autunno – Valtellinamobile.it / Credits: Instagram @Lombardia_inunclick

Questo angolo nascosto della Lombardia, a pochi chilometri da Chiavenna, continua a esercitare un fascino unico su chiunque decida di affrontare la lunga salita di 2.886 gradini che parte dalla suggestiva cascata dell’Acqua Fraggia, l’unica via d’accesso al villaggio.

Un borgo sospeso nel tempo tra natura e architettura

Savogno si svela al termine di un’ora di cammino attraverso boschi di castagni secolari, rivelando un piccolo nucleo abitato che sembra fermo a un’epoca passata. Le sue case in pietra, con i caratteristici loggiati in legno che catturano ogni raggio di sole, testimoniano un’architettura tradizionale rimasta pressoché immutata nei secoli. La presenza della chiesa parrocchiale, delle stalle, del torchio per l’uva, delle fontane e del forno per il pane racconta di una comunità radicata nelle proprie tradizioni rurali.

Nonostante la mancanza di residenti stabili, Savogno torna a vivere durante le festività e la stagione estiva, quando le famiglie discendenti degli abitanti originari rianimano le case dei loro avi, riportando calore e vitalità a questo luogo di silenzio e pace assoluta. Qui, la storia si percepisce non solo nelle pietre, ma anche nelle narrazioni tramandate oralmente da generazioni. Una delle pagine più oscure e suggestive di Savogno risale al XVII secolo, durante l’epidemia di peste, conosciuta come la “morte nera”.

La malattia, trasmessa dai Lanzichenecchi, mercenari tedeschi che avevano attraversato la zona, arrivò inizialmente a Dasile, un borgo vicino. La rapida diffusione del contagio seminò panico e morte, costringendo gli abitanti a decisioni estreme. Per tentare di salvare almeno una parte della comunità, due giovani vennero inviati all’alpe Corbia, isolati dalla popolazione, per garantire la sopravvivenza in caso di estinzione degli altri. Questi ragazzi, ogni giorno, osservavano da lontano il progressivo abbandono di Dasile, fino a quando scesero a controllare il ponte che collegava il loro paese a Savogno e scoprirono che era stato distrutto: il borgo, nel terrore del contagio, aveva tagliato ogni comunicazione con l’esterno.

Savogno
Tutta la bellezza del borgo della Valtellina di Savogno – Valtellinamobile.it / Credits: Instagram @Valtellinaofficial

La disperazione spinse i giovani a un gesto estremo: lanciarono la carcassa di un gatto morto oltre il torrente, simbolo di una vendetta che avrebbe inevitabilmente portato la peste anche nel borgo di Savogno. La malattia si diffuse tra gli abitanti, punendo severamente chi aveva anteposto la propria sicurezza all’aiuto reciproco, lasciando una lezione amara sul potere distruttivo della paura e dell’egoismo. Oggi Savogno è meta di escursionisti, appassionati di storia e amanti della natura, attratti dalla sua bellezza incontaminata e dal senso di pace che pervade le sue vie silenziose.

La mulattiera che conduce al borgo è un capolavoro di ingegneria popolare, un percorso che consente di immergersi in un’esperienza unica, quasi mistica, fatta di fatica e meraviglia. Attraverso questo cammino si percepisce il valore della solidarietà e della comunità che un tempo erano fondamentali per affrontare la durezza della vita montanara. L’assenza di strade carrabili ha preservato Savogno dalle trasformazioni moderne, mantenendo intatto il suo fascino originario.

Visitare Savogno significa entrare in contatto con un mondo dove il tempo sembra essersi fermato, dove la storia si manifesta in ogni pietra e dove la natura e l’architettura dialogano armoniosamente. Questo borgo rappresenta un patrimonio prezioso da salvaguardare per le generazioni future, un invito a riflettere sulle radici profonde che legano l’uomo alla sua terra.

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