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Il borgo del silenzio che incanta la Valtellina: un rifugio segreto tra natura e montagne imponenti

Borgo ValtellinaUn borgo nel cuore della Valtellina - (valtellinamobile.it)

Tra storia, natura incontaminata e architettura intatta, offre un viaggio unico nel tempo: un’oasi di autenticità

Nel cuore della Val Bregaglia, a pochi chilometri dal confine svizzero, sorge un piccolo scrigno di storia e pace: un borgo medievale e “fantasma” della Valtellina, che continua a incantare visitatori e appassionati di natura per la sua atmosfera senza tempo e il silenzio che lo avvolge.

La sua unicità risiede non solo nell’isolamento pronunciato, ma anche nella sua conservazione architettonica e nella natura incontaminata che lo circonda.

Un borgo sospeso nel tempo e nella natura

Per raggiungere Savogno è necessario abbandonare ogni mezzo motorizzato. Non esiste infatti accesso diretto in auto: si percorrono ben 2.886 gradini lungo la mulattiera che parte dalla spettacolare cascata dell’Acqua Fraggia. Questo percorso, immerso tra rocce e boschi, rappresenta un vero e proprio rito che prepara il visitatore a entrare in un mondo sospeso tra passato e presente.

Raggiungere Savogno

Raggiungere Savogno è tutt’altro che agevole – (valtellinamobile.it)

Il borgo si presenta con le sue antiche case in pietra e legno, i loggiati rustici e i cortili silenziosi, privi di ogni contaminazione moderna come cartelli pubblicitari o rumori molesti. Ogni pietra, ogni dettaglio architettonico parla di storie secolari, di comunità che hanno attraversato epoche difficili mantenendo salda la loro identità.

Savogno non ha mai goduto di una facile accessibilità. La sua posizione arroccata e la difficoltà di raggiungerlo hanno da sempre segnato la sua storia, rendendolo un luogo di solitudine che oggi appare romantica, ma che in passato rappresentò motivo di sofferenza. Nel XVII secolo, durante la terribile epidemia di peste, gli abitanti compirono un gesto estremo per proteggersi: distrussero un ponte per isolarsi completamente dai centri vicini.

Abbandonato definitivamente nel 1968 a causa dello spopolamento, oggi Savogno vive solo nel periodo estivo o in occasioni particolari, quando alcuni ex residenti tornano per mantenere viva la memoria e la vita del paese. Le case, alcune diroccate, altre restaurate, convivono in un equilibrio delicato che mescola ricordi a frammenti di vita quotidiana. Nonostante sia diventato meta turistica, il borgo non si presta a mostre o locali alla moda: la sua autenticità risiede proprio nella sua misura essenziale e nel suo silenzio rispettoso.

Il periodo ideale per visitare Savogno è la primavera o l’inizio dell’autunno, quando la luce è morbida, i colori intensi e l’aria fresca. Il cammino può partire da Borgonuovo o dalla cascata dell’Acqua Fraggia, con pause lungo i gradini per godere della natura circostante o per sedersi a osservare il cielo sopra i tetti di pietra.

Tra le attrazioni più suggestive si segnalano la cascata che si incontra lungo la strada di accesso, le facciate in pietra finemente lavorata, il loggiato con vista sulle montagne e la chiesa parrocchiale dedicata a San Bernardino da Siena e Sant’Antonio Abate. Quest’ultima, risalente al 1465 e ristrutturata nel corso dei secoli, conserva affreschi d’epoca e un campanile rinascimentale tra i pochi ancora intatti in Val Bregaglia. Accanto alla chiesa, l’ex casa parrocchiale ospita un piccolo museo con oggetti appartenuti a san Luigi Guanella, parroco del borgo tra il 1867 e il 1875, che fu anche artefice di opere pubbliche come il lavatoio e il cimitero.

Nonostante il suo spopolamento quasi totale, Savogno rappresenta un patrimonio culturale e paesaggistico di grande valore. Nel 2021 risultava abitato da una sola persona stabile, mentre in estate il borgo si anima grazie alla presenza di visitatori e di ex residenti che mantengono viva la tradizione. L’illuminazione pubblica serale e notturna è attiva dal 2008, a testimonianza di un tentativo di coniugare il passato con un minimo di modernità.

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