Quanto costa creare e portare avanti negli anni eventi di successo in termini di energie, risorse economiche, reti, supporti economici e, soprattutto, competenze e comunicazione?
Solo chi si è impegnato in progetti di ampio respiro, che non è la solita sagra della salamella, conosce quanto è faticoso costruire, anche in termini di rapporti, negli anni e che, se e quando finisce, viene disperso velocemente perdendosi per sempre.
Da questo punto di vista in Valtellina e Valchiavenna esistono due record mondiali. Quello del numero degli eventi, con locandina inclusa. Prima del Covid, ad esempio, venivano organizzati più mercatini di Natale che Comuni. Addirittura uno per frazione. Tipico esempio della dispersione di risorse all’insegna del campanilismo nella sua versione negativa.
L’altro primato, stavolta triste, è quello legato agli eventi che invece trainavano o comunque avevano successo fuori da confini provinciali. Perché un conto è fare quattro bancarelle per ritrovarsi a mangiare le castagne e vin brulè tra “noartri”. Un altro è creare, divulgare e far funzionare qualcosa che interessa lontano dai monti e che diviene anche un veicolo promozionale.
La pandemia sicuramente, purtroppo, allungherà l’elenco. Ma anche oggi non sono poche le manifestazioni che non esistono più (e per cui si ricevono spesso ancora richieste) o che sono totalmente ridimensionate. In ordine sparso si può citare il Motoraduno dello Stelvio (tra Sondalo e il passo Stelvio), il Melloblocco (in Val Masino), Morbegno in Cantina (sostituita da Degusta Morbegno), la Pozza dei Mat (a Bormio), la Skyrace Valmalenco Valposchiavo, il Dì Di Dréza a Livigno, il Valtellina Basket Circuit (ormai relegata ad un paio di partite a Bormio), La Skieda a Livigno. Dopo tanti anni quest’anno anche il ritiro del Torino (o di una squadra di serie A) a Bormio è saltato.
Insomma un elenco bello lungo e importante. A cui qualcosa volenti e o nolenti si aggiungerà dopo che alcuni eventi nel 2020 e/o 2021 sono stati cancellati giocoforza a causa dell’emergenza sanitaria. In questi casi è sempre difficile ripartire. Alla base c’è quasi sempre il volontariato e quando la macchina si ferma possono esserci delle difficoltà nel ricambio generazionale alla base di molte associazioni.
In alcune di queste però, va detto, alla base ci sono stati litigi e incomprensioni, in alcuni casi a carte bollate o peggio, che hanno portato alla dipartita di appuntamenti che attesi da migliaia di turisti ogni anno.