Gipeto morto
Il Parco Nazionale dello Stelvio comunica il ritrovamento di un gipeto morto il 30 aprile 2025 in Valle dell’Alpe, nel comprensorio di Santa Caterina.
L’animale, un maschio adulto, è stato rinvenuto intorno alle 10:20 del mattino.
Da una prima analisi, effettuata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna in collaborazione con il personale PNS e col supporto del personale della Provincia di Sondrio, è emerso che la causa del decesso è stata una collisione con i cavi dell’impianto di risalita, che pochi giorni prima era stato chiuso per la fine della stagione invernale.
La problematica delle collisioni fra avifauna e cavi di impianti di risalita è ben conosciuta a livello scientifico non solo per il gipeto ma per molte altre specie, per le quali i cavi degli impianti di risalita, diventano una minaccia invisibile e letale.
Contro i cavi della seggiovia
Gli impianti a fune delle seggiovie sono alcune tra le linee più a rischio: con la chiusura degli impianti sono rimossi i sedili, aumentando molto la pericolosità dei cavi per tutti i mesi di inutilizzo degli impianti.
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Questo grave evento rappresenta una perdita significativa per la biodiversità del Parco e un severo richiamo alla necessità di intensificare gli sforzi per una coesistenza armoniosa tra le attività umane e la fauna selvatica.
La storia peculiare di questo straordinario avvoltoio rende il gipeto (Gypaetus barbatus), una specie altamente simbolica per il Parco dello Stelvio, e per l’intero arco alpino.
Estinto nel corso del XX secolo a causa della persecuzione diretta, dovuta principalmente a superstizioni e false credenze legate al suo peculiare aspetto e alle dimensioni imponenti, è stato reintrodotto con successo a partire dagli anni ’80.
Il Parco rappresenta un sito di importanza fondamentale per il successo del progetto di reintroduzione: in ambito nazionale è l’area protetta con il maggior numero di coppie (sei coppie nel settore lombardo, tre in quello altoatesino e una in quello trentino).