Con l’emergenza idrica e le nuove restrizioni, cresce la necessità di metodi sostenibili per la pulizia dell’auto: ecco come ridurre i consumi
In un contesto di crescente scarsità d’acqua e con le limitazioni sempre più frequenti imposte da ordinanze comunali e normative nazionali, lavare l’auto senza sprecare acqua è diventato un tema di grande attualità e importanza ambientale.
Il consumo medio di acqua per un lavaggio tradizionale si aggira tra i 100 e i 120 litri, un dato significativo che impone la ricerca di metodi più sostenibili e tecniche innovative per ridurre l’impatto idrico di questa pratica quotidiana.
Tecniche efficaci per lavare l’auto con un uso minimo d’acqua
Una delle metodologie più semplici e diffuse è la cosiddetta tecnica a due secchi, che consente di ridurre il consumo idrico a circa dieci litri per un lavaggio completo della carrozzeria e dei vetri. Il procedimento prevede l’utilizzo di un primo secchio contenente acqua e shampoo specifico per auto, e un secondo secchio con acqua pulita per il risciacquo di spugne e guanti, evitando così di trasferire lo sporco e di inquinare l’acqua del lavaggio. Per gomme e cerchi, spesso più sporchi, si consiglia un terzo secchio per evitare contaminazioni incrociate.

Quanta acqua si consuma per lavare l’auto? – (valtellinamobile.it)
Per completare il lavaggio senza lasciare aloni o residui, è fondamentale utilizzare panni in microfibra o panni camoscio, che assorbono efficacemente l’acqua in eccesso senza danneggiare la vernice. È importante sottolineare che l’uso di detergenti domestici non specifici per auto è sconsigliato, poiché possono contenere agenti sgrassanti aggressivi che danneggiano la carrozzeria, accelerando l’ossidazione e compromettendo la brillantezza della vernice.
I prodotti per il lavaggio senza acqua, noti come waterless, rappresentano una soluzione innovativa per chi desidera mantenere l’auto pulita senza utilizzare grandi quantità di acqua. Questi detergenti non eliminano completamente l’uso dell’acqua, ma consentono di limitare drasticamente il consumo, agendo efficacemente su sporco leggero e superficiale. Nati per chi non ha accesso a fonti d’acqua o spazi aperti, i prodotti waterless offrono anche una protezione più duratura rispetto ai tradizionali shampoo e cere, preservando la carrozzeria da agenti atmosferici e inquinanti.
Il lavaggio a secco, invece, utilizza prodotti a base di acqua con una minima percentuale di solventi naturali e cere ecologiche, applicati con panni in microfibra che trattengono lo sporco senza graffiare la superficie. Questa tecnica, pur richiedendo una quantità d’acqua molto limitata, è efficace solo su sporco leggero; per incrostazioni più resistenti, infatti, rischia di causare micrograffi o l’effetto swirl, alterando l’estetica della vettura.
La crescente crisi climatica e l’aumento delle temperature estive stanno portando a una sempre maggiore attenzione verso il consumo d’acqua, soprattutto nel settore degli autolavaggi. In Francia, ad esempio, durante l’estate 2022, circa il 90% degli autolavaggi è stato temporaneamente chiuso per rispettare le restrizioni imposte dall’emergenza idrica. Questo ha spinto alla diffusione di autolavaggi ecologici dotati di sistemi di riciclo dell’acqua che consentono di riutilizzare fino all’85% del liquido impiegato, riducendo drasticamente i consumi per veicolo fino a 20-50 litri.
Secondo i dati, il lavaggio domestico può consumare tra i 340 e i 400 litri d’acqua per veicolo, con scarichi che rilasciano idrocarburi, metalli pesanti e detergenti chimici nelle reti fognarie o direttamente nel terreno, peggiorando la qualità delle risorse idriche. Per questo motivo, lavare l’auto in aree non attrezzate è vietato in molti Paesi e può comportare sanzioni molto pesanti.

Metodi alternativi all'autolavaggio - (valtellinamobile.it)







