20 Aprile 2024 12:02

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Riaperta la chiesa di San Gottardo a Sernio

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chiesa San Gottardo SernioLa chiesa di San Gottardo a Sernio, ai margini della grande via che da Tirano sale a Bormio mercoledì 4 maggio 2022 ha riaperto i battenti in tutta la sua bellezza e originalità.

Dopo un lungo e meticoloso intervento di conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione della durata di quasi due anni i fedeli hanno nuovamente varcato la soglia della chiesa.

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Questi interventi hanno permesso il restauro conservativo delle facciate esterne, il consolidamento statico e la ristrutturazione della copertura e degli elementi decorativi con opere di pulizia superficiale e consolidamento delle pellicole pittoriche.

I positivi risultati raggiunti, grazie alle risorse messe a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono frutto di una feconda sinergia tra le istituzioni preposte.

Oltre che per la sua importanza artistica, infatti, questo edificio religioso ha un particolare significato devozionale per gli abitanti di Sernio e, in special modo, per i fedeli della zona che potranno finalmente ricominciare a seguire le funzioni all’interno della chiesa.

La chiesa di S. Gottardo è ricordata in un documento del 1332 per cui è ipotizzabile collocare la sua costruzione ai primi del ‘300. Probabilmente era al centro di un abitato, che scomparve in seguito a un’alluvione; anche la chiesa dovette rimanere seriamente danneggiata o probabilmente addirittura distrutta.

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Nonostante le minacce di frane e alluvioni, che probabilmente furono la causa della rovina della omonima contrada situata nei pressi del santuario di San Gottardo, esplicitamente citata in documenti della seconda metà del XV secolo, la chiesa, data la devozione popolare, venne officiata e tenuta con cura, come attesta nel 1589 il vescovo Niguarda.

La chiesa venne restaurata verso la metà del XVII secolo e poco dopo ex novo ricostruita con il concorso della comunità di Sernio e con le offerte dei devoti del Santo invocato per i quotidiani bisogni e per la guarigione. Solenne, luminoso e ben tenuto il capiente interno ad aula diviso in tre campate con presbiterio e coro, soffitto a volte, alte lesene del capitello policromo in foglie e frutti e tre cappelle laterali per parte.

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L’altare maggiore, realizzato nel 1776 nella celebre bottega dei Longhi di Viggiù in marmi di vario colore, è concluso da un ciborio a forma di trono con colonnine e piccoli pilastri dai capitelli dorati.

La seconda cappella laterale di sinistra, dedicata a San Francesco da Paola, di patronato della nobile famiglia Homodei, si distingue per gli ornamenti in stucco di buona fattura opera del primo Settecento del ticinese Pietro Martinetti. Nella pala di G. Battista Pittoni del XVIII secolo sono raffigurati la Madonna con il Bambino e San Francesco da Paola.

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