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Addio pellet e camini: il nuovo sistema low cost che scalda di più, consuma meno ed è già un fenomeno ovunque

Addio stufa pelletFalsi miti sul pellet - (valtellinamobile.it)

Nuove ricerche mettono in discussione la reputazione “green” del pellet, evidenziando rischi ambientali e sanitari

Negli ultimi anni, l’utilizzo del pellet come fonte di riscaldamento domestico ha subito una crescita significativa in Italia e in Europa, incentivata anche da bonus fiscali e politiche volte a promuovere soluzioni ritenute più sostenibili rispetto ai combustibili fossili.

Tuttavia, recenti studi scientifici condotti da enti autorevoli come l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e il Royal Institute of International Affairs di Londra, noto come Chatham House, hanno evidenziato un quadro molto diverso rispetto alle convinzioni iniziali: il pellet risulta essere più inquinante e dannoso del carbone, con gravi ripercussioni sulla salute umana e sull’ambiente.

Il pellet: da combustibile ecologico a rischio per la salute e l’ambiente

Il pellet, definito dalla norma UNI EN 17225-2 come un “biocombustibile addensato”, è prodotto da biomassa legnosa pressata, originariamente da scarti di lavorazione del legno e oggi anche da tronchi interi. Per anni, è stato considerato una valida alternativa ecologica ai combustibili fossili, grazie alla presunzione che la combustione di materiale di origine vegetale fosse neutra in termini di emissioni di CO2, in quanto compensata dalla crescita di nuove piante.

Addio stufa pellet

Come avere una casa calda – (valtellinamobile.it)

Tuttavia, studi recenti dell’ENEA e di Chatham House hanno ribaltato questa visione. L’utilizzo del pellet per il riscaldamento domestico contribuisce significativamente all’inquinamento atmosferico a causa delle emissioni di particolato fine (PM10 e PM2.5), biossido di carbonio e benzoapirene, sostanze riconosciute come cancerogene e dannose per l’apparato respiratorio. Le polveri sottili prodotte dalla combustione del pellet sono tra i peggiori inquinanti, superando persino quelli dei gas di scarico automobilistici.

Secondo dati ARPA Lombardia aggiornati al 2017, la combustione di legna e pellet rappresenta circa il 45% delle polveri sottili PM10 presenti nella regione, un dato allarmante che mostra il peso di questa fonte di inquinamento nelle aree urbane e industriali. In Italia, il progetto Viass del Ministero della Salute ha stimato circa 30.000 decessi all’anno correlati all’esposizione al particolato fine, una cifra che sottolinea la gravità del problema sanitario.

Lo studio pubblicato da Duncan Brack per il Royal Institute of International Affairs mette in luce un errore di fondo nella politica ambientale europea: la convinzione che le biomasse legnose siano una risorsa sostenibile perché “riciclate” attraverso nuove piantumazioni. In realtà, gli alberi giovani che sostituiscono quelli tagliati per la produzione di pellet non hanno ancora raggiunto la maturità necessaria per assorbire quantità significative di CO2, creando così un bilancio di carbonio negativo.

In un contesto in cui il pellet si rivela non solo poco sostenibile ma anche pericoloso per la salute, cresce l’interesse verso soluzioni di riscaldamento domestico più ecologiche e salutari. Tra queste, i pannelli ad infrarossi a onda lunga, come quelli delle linee Celsius e Fahrenheit, si stanno affermando come una valida alternativa.

Il riscaldamento a gas metano, sebbene ancora largamente diffuso, è una fonte inquinante e sempre meno conveniente sotto il profilo economico e ambientale. Per chi desidera abbandonare il gas, esistono diverse alternative:

  • Pompa di calore: una tecnologia efficiente che trasferisce calore dall’ambiente esterno a quello interno, soprattutto se alimentata da energia rinnovabile. È in grado di fornire riscaldamento e raffrescamento.
  • Caldaia a biomassa: utilizza legna, pellet o cippato, ma, come evidenziato, presenta problemi di sostenibilità ambientale legati alle emissioni e al bilancio del carbonio.
  • Caldaia ionica: una tecnologia innovativa che riscalda l’acqua tramite elettrolisi, con costi elevati e applicabilità limitata a impianti con fotovoltaico.
  • Riscaldamento elettrico a pavimento: offre distribuzione uniforme del calore e comfort, ideale in nuove costruzioni.

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