Alla scoperta di questo borgo svizzero - (valtellinamobile.it)Tra castelli medievali, musei d’arte visionaria e tradizioni gastronomiche, offre esperienze uniche tra storia, natura alpina e sapori tipici
Nel cuore pulsante del Cantone di Friburgo, a pochi chilometri dal confine con l’Italia, sorge un borgo che incanta per il suo fascino senza tempo e l’armonia tra tradizione e innovazione.
Questo piccolo gioiello svizzero, noto in tutto il mondo per il suo celebre formaggio, si distingue non solo per la sua storia millenaria e l’atmosfera medievale, ma anche per essere custode di un’arte visionaria e di una cultura gastronomica profondamente radicata nel territorio.
Il castello, la leggenda e i sapori
Il borgo di Gruyères, adagiato su uno sperone roccioso a 810 metri di altitudine, domina la valle del fiume Sarine offrendo viste spettacolari sulle montagne circostanti. La sua origine è avvolta in una suggestiva leggenda: si narra che la città sia stata fondata nel 400 a.C. dal re vandalo Gruerius, che vedendo una gru volare nel cielo tinto di rosso decise di stabilire la sua dimora proprio in quel luogo, adottando l’elegante uccello come simbolo.
Il celebre formaggio – (valtellinamobile.it)
Il Castello di Gruyères, edificato nel XIII secolo e ricostruito nel 1493, è un’imponente fortezza che racconta otto secoli di storia svizzera. Le sue torri gotiche, le sale affrescate e gli arazzi conservati custodiscono memorie di conti, battaglie e nobili famiglie. Grazie a un’applicazione di realtà aumentata, i visitatori possono immergersi in un’esperienza immersiva, vedendo prendere vita cavalieri e dame nel cuore della Sala dei Cavalieri.
Accanto alla storica fortezza si trova il Museo H.R. Giger, dedicato all’artista svizzero premio Oscar, ideatore degli iconici xenomorfi della saga Alien. Nel 1997, Giger acquistò il castello di Saint-Germain per trasformarlo nel suo universo personale, dove le sue sculture biomeccaniche dialogano con l’architettura gotica del borgo. Il contrasto tra pietre medievali e forme futuristiche crea un’atmosfera surreale, un sogno a cavallo tra due mondi. Il vicino Giger Bar offre un’esperienza unica, con le sue arcate scheletriche che ricordano costole aliene, unendo arte e convivialità in un ambiente senza tempo.
Alla Maison du Gruyère, situata ai piedi del borgo, è possibile assistere ogni giorno alla lavorazione dal vivo del formaggio. Ventidue agricoltori locali portano il latte fresco che viene trasformato secondo metodi tradizionali in grandi forme di Gruyère. Dopo la visita, la gastronomia locale invita a gustare specialità come la fondue moitié-moitié, preparata con Gruyère e Vacherin Fribourgeois, e la raclette, accompagnate da vini bianchi locali o birre artigianali, per un’autentica esperienza alpina.
Uno dei percorsi più suggestivi parte proprio ai piedi della collina del borgo e conduce fino alla Chapelle des Marches, una piccola cappella immersa nel verde che regala viste spettacolari sul Moléson, sulla Dent de Broc e sulla catena dei Vanils. Questo itinerario, semplice e adatto alle famiglie, permette di immergersi nella quiete della natura alpina.
Il sentiero prosegue costeggiando il fiume Sarine fino al Pont qui branle, un antico ponte in legno che ondeggia lievemente al passaggio, offrendo un tocco romantico e avventuroso. Questi luoghi, lontani dal turismo di massa, mantengono intatto il fascino di un tempo, dove tradizione e natura si fondono armoniosamente.
Oltre ai paesaggi, in autunno la regione si anima con la tradizionale Désalpe, la discesa delle mucche dagli alpeggi, un evento ricco di significati e vitalità che celebra la cultura rurale e alpina. Tra le figure simbolo di questa tradizione, spicca Mathilde Gremaud, atleta olimpica di sci freestyle e ambasciatrice della Désalpe, che incarna la fusione tra spirito sportivo e radici culturali.
