Spegnere il condizionatore quando esci
Parliamo di una domanda che ogni estate ci assilla: “Spegnere l’aria condizionata quando non siamo in casa fa davvero risparmiare?” La risposta non è un semplice sì o no, ma spazia tra studi scientifici, esperienze quotidiane e differenti contesti climatici e tecnologici. Il vero risparmio dipende da molti fattori: il tipo di impianto, l’isolamento dell’abitazione, la durata dell’assenza, il clima esterno, e perfino il tasso di umidità.
Spegnere il condizionatore durante un’assenza di circa 8 ore può portare fino all’11% di riduzione dei consumi annuali, rispetto a lasciarlo acceso continuamente.
Questo risultato è stato ottenuto anche variando i sistemi (pompa di calore, mini‑split, centralizzato) e il clima (secco vs. umido), confermando che “less is more” funziona davvero, almeno in certi casi.
I limiti del risparmio e quando non conviene
Tuttavia, non è sempre il caso di spegnere l’AC. Alcuni esperti affermano che, in determinate situazioni, lasciare il condizionatore acceso con temperatura leggermente più alta può risultare più efficiente: evita stress e picchi energetici al riavvio e mantiene sotto controllo umidità e comfort.
Spegnere completamente l’AC può farlo lavorare di più al ritorno, consumando più energia.
Inoltre, in climi umidi, spegnere l’impianto potrebbe favorire lo sviluppo di muffe o il proliferare di acari della polvere.
Una guida autorevole come HowStuffWorks ribadisce: aumentare qualche grado il termostato è spesso più efficiente che spegnere del tutto, soprattutto se si rientra dopo poche ore.
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Studi e scenari pratici
Ricerche del Colorado e del National Renewable Energy Laboratory (NREL) hanno esaminato casi reali in abitazioni modello (110 m²), confrontando tre scenari: AC sempre acceso a 24.4 °C, spento per 8 ore (arrivo a 31.6 °C) e spento per 4 ore, in due climi (umido vs secco).
Con ogni tecnologia AC, lo spegnimento di 8 ore ha portato fino a 11% di risparmio energetico annuale.
Spegnere e riaccendere è più efficiente, ma il guadagno si riduce se la casa è ben isolata, se il climatizzatore è efficiente o se il clima ha minori escursioni termiche.
Strategie consigliate (temperature setback e smart tech)
Cosa fare allora?
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Temperature setback intelligenti: al posto di spegnere, innalza la temperatura di qualche grado quando sei assente. In genere, un aumento di 1 °F può far risparmiare circa il 3% della bolletta, mentre un aumento di 7‑10° per 8 ore al giorno può portare fino al 10% di risparmio.
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Usare termostati programmabili o smart: programmali per alzare la temperatura quando esci e abbassarla poco prima del tuo rientro. Così eviti di far lavorare l’AC troppo e raggiungi il comfort senza sprechi.
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Clima e umidità: nelle regioni umide, spegnere potrebbe causare problemi di muffa o salute. Meglio lasciarlo acceso a temperatura più alta o attivare modalità umidità e deumidificazione.
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Efficienza e manutenzione: filtri puliti, impianto in ordine e isolamento a punto aumentano il risparmio e riducono i consumi, qualsiasi criterio tu scelga.
Consumo AC
In sintesi, sì: spegnere l’aria condizionata quando non si è in casa può produrre risparmio, soprattutto se l’assenza dura 8 ore o più, e se la casa è meno isolata oppure l’impianto non è ultra-efficiente — fino a 11% di riduzione dei consumi.
Tuttavia, se l’assenza è breve (meno di 4‑5 ore), il clima è umido o la casa è ben isolata, la strategia più efficiente è alzare di qualche grado la temperatura (temperature setback), e lasciare l’AC acceso a regime ridotto. È una soluzione più comoda, più salutare e comunque economica.
Inoltre, piccoli accorgimenti (smart termostato, filtri puliti, isolamento, uso di ventilatori a soffitto) possono amplificare i risparmi senza sacrificare il comfort.