Senza categoria

Il luogo più spaventoso della Valtellina

il luogo più spaventoso della valtellina

il luogo più spaventoso della valtellinaEx sanatorio di Prasomaso

Un gioiello liberty tra le Alpi retiche

Situato a oltre 1.200 metri di altitudine, nel comune di Tresivio, Prasomaso è una località della Valtellina che, all’inizio del Novecento, divenne sede di un ambizioso progetto sanitario: la costruzione di sanatori per la cura della tubercolosi. Il più noto tra questi è il Sanatorio Umberto I, inaugurato nel 1903 e progettato dagli architetti Diego Brioschi e Giovanni Giachi. L’edificio, in stile liberty, si estendeva su un’area di circa 60.000 metri quadrati, immerso in un paesaggio montano mozzafiato.

All’epoca, l’accesso a Prasomaso era limitato, e fu necessario costruire una strada di 8 chilometri per collegare la località alla frazione di Sant’Abbondio. Il sanatorio divenne rapidamente un punto di riferimento per la cura della tubercolosi, accogliendo pazienti da tutta Italia e dall’estero. Le cure si basavano principalmente sull’aria pura di montagna, il riposo e l’elioterapia, in un’epoca in cui gli antibiotici non erano ancora disponibili.

Oltre all’Umberto I, a Prasomaso furono costruiti altri sanatori, tra cui l’Alpina e il Sanatorio dei Bambini, destinati rispettivamente a donne e bambini affetti da malattie respiratorie. Queste strutture erano dotate di moderni impianti per l’epoca, come sale operatorie, laboratori e persino un cinema-teatro, offrendo ai pazienti un ambiente confortevole e stimolante durante la degenza.


Leggi anche: Sanatori di Prasomaso, quello che ne rimane


Declino e abbandono: il triste destino dei sanatori

Con l’avvento degli antibiotici negli anni ’50 e ’60, la necessità di sanatori per la cura della tubercolosi diminuì drasticamente. Il Sanatorio Umberto I chiuse definitivamente nel 1977, segnando l’inizio di un lento e inesorabile declino per l’intero complesso di Prasomaso. Le strutture, abbandonate e non più manutenute, sono state progressivamente vandalizzate e saccheggiate, perdendo gran parte del loro antico splendore.

Oggi, i sanatori di Prasomaso versano in uno stato di completo abbandono. Le facciate un tempo eleganti sono ora coperte di graffiti, i vetri delle finestre sono rotti e gli interni sono invasi dalla vegetazione. Molti soffitti sono crollati, e i lunghi corridoi, un tempo animati da pazienti e personale medico, sono ora silenziosi e spettrali.

Nonostante il degrado, Prasomaso continua ad attirare l’attenzione di appassionati di urbex (urban exploration), fotografi e curiosi, affascinati dall’atmosfera unica e dalle storie che avvolgono questi luoghi. Tuttavia, è importante sottolineare che l’accesso alle strutture è pericoloso e sconsigliato, sia per i rischi strutturali sia per la presenza di materiali nocivi come l’amianto.


Leggende e misteri: i fantasmi di Prasomaso

Come spesso accade per i luoghi abbandonati, anche Prasomaso è avvolto da leggende e racconti di presunte presenze paranormali. Secondo alcune testimonianze, tra le mura dei sanatori si aggirerebbero gli spiriti di ex pazienti e personale medico, incapaci di lasciare il luogo in cui hanno vissuto e, in alcuni casi, perso la vita.

Alcuni visitatori riferiscono di aver udito voci sussurranti, passi nei corridoi vuoti e di aver percepito una presenza invisibile. Altri raccontano di aver visto ombre muoversi tra le stanze o di aver avvertito un improvviso calo di temperatura in determinate aree dell’edificio. Sebbene non vi siano prove concrete di attività paranormali, queste storie contribuiscono a mantenere vivo il fascino misterioso di Prasomaso.

Le leggende sui fantasmi di Prasomaso hanno alimentato l’interesse di appassionati del paranormale e di cacciatori di fantasmi, che spesso organizzano visite notturne (non autorizzate) per cercare di documentare fenomeni inspiegabili. Tuttavia, è fondamentale ricordare che l’accesso alle strutture è pericoloso e può comportare conseguenze legali.


Un patrimonio da salvare: iniziative e proposte

Negli ultimi anni, diverse iniziative hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul valore storico e culturale dei sanatori di Prasomaso. Una petizione su Change.org, intitolata “Salvare Prasomaso e i Suoi Sanatori”, ha raccolto centinaia di firme, chiedendo interventi di restauro e valorizzazione del sito.

Alcuni propongono di trasformare le strutture in musei, centri culturali o spazi per eventi, preservando l’architettura originale e raccontando la storia del luogo. Altri suggeriscono di creare un percorso turistico tematico, che includa Prasomaso e altri luoghi abbandonati della Valtellina, promuovendo un turismo sostenibile e consapevole.

Tuttavia, la realizzazione di questi progetti richiede investimenti significativi e una forte volontà politica, oltre alla collaborazione tra enti pubblici, privati e associazioni locali. Nel frattempo, Prasomaso rimane un simbolo di un passato glorioso e di un presente incerto, in attesa di una nuova vita.


Un viaggio tra storia e mistero

L’ex sanatorio di Prasomaso rappresenta un pezzo importante della storia sanitaria italiana e un esempio significativo di architettura liberty. Il suo attuale stato di abbandono suscita tristezza, ma anche fascino e curiosità. Tra leggende di fantasmi e proposte di recupero, Prasomaso continua a vivere nell’immaginario collettivo, come un luogo sospeso nel tempo, dove passato e presente si incontrano in un’atmosfera unica e suggestiva.


Nota: L’accesso alle strutture di Prasomaso è pericoloso e sconsigliato. Le informazioni fornite in questo articolo hanno scopo puramente informativo e non intendono incoraggiare visite non autorizzate.

Ricevi le news con Telegram
WhatsApp Messenger Instagram

Change privacy settings
×