Diritto speciale Livigno carburanti
Un sistema fiscale unico: ecco perché i carburanti costano meno in zona extradoganale
Chiunque abbia fatto rifornimento in una zona extradoganale italiana lo sa bene: il prezzo della benzina e del gasolio è decisamente più basso rispetto al resto del Paese. Ma perché accade questo? E soprattutto, quanto si risparmia davvero?
La risposta sta nello status speciale di alcune zone, dove non si applicano le normali regole fiscali italiane ed europee. In queste aree, infatti, non si pagano le accise sui carburanti e nemmeno l’IVA, che invece rappresentano una buona fetta del prezzo finale altrove. Al loro posto, è previsto un diritto speciale, ovvero un contributo fisso per ogni litro di carburante venduto.
Questo diritto speciale fu introdotto nel 1973 e viene aggiornato ogni anno per tenere conto delle variazioni di mercato e dell’inflazione. Per il 2025, i valori sono i seguenti:
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0,233 €/l per la benzina
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0,155 €/l per il gasolio
Questi importi, molto più bassi delle normali accise (che in Italia superano spesso i 70 centesimi al litro), rendono il prezzo del carburante significativamente più conveniente.
Per capirci meglio: se in una zona extradoganale il prezzo della benzina è di 1,50 €/l, nella stessa giornata in una zona soggetta a IVA e accise il prezzo può facilmente superare i 2,00 €/l. Il risparmio alla pompa può quindi superare anche i 50 centesimi per litro, con benefici evidenti per chi fa molti chilometri o per chi si rifornisce regolarmente.
Un’altra particolarità interessante è che, anche se non ci sono accise e IVA, i distributori locali applicano comunque leggere variazioni di prezzo, solitamente di pochi centesimi, dovute a costi di trasporto, logistica e scelta commerciale. Ma il vantaggio fiscale resta e si fa sentire chiaramente sul portafoglio.
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Il diritto speciale: cosa significa e perché conviene
Il cosiddetto diritto speciale è un meccanismo poco conosciuto, ma estremamente vantaggioso. Si tratta, in sostanza, di un contributo fisso per ogni litro di carburante venduto, destinato a sostituire le imposte classiche. Questo sistema semplifica la fiscalità, permette maggiore trasparenza nei prezzi e rappresenta un’agevolazione storica concessa per ragioni politiche, economiche e territoriali.
In Italia, il caso più emblematico è rappresentato dalla Zona Franca di Livigno, ma ci sono altre realtà simili anche in alcune aree delle isole minori e in territori con condizioni di extraterritorialità fiscale. In questi contesti, l’idea alla base è chiara: incentivare l’economia locale, sostenere il turismo e offrire un vantaggio competitivo a chi opera in zone difficilmente raggiungibili o con caratteristiche particolari.
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Nel 2025, come accennato, il diritto speciale è pari a:
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0,233 €/l per la benzina
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0,155 €/l per il gasolio
A titolo di paragone, nel resto d’Italia:
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L’accisa sulla benzina è di circa 0,728 €/l
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L’accisa sul gasolio si aggira intorno a 0,617 €/l
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L’IVA è applicata al 22% sull’intero valore della transazione
Capisci quindi come il prezzo alla pompa possa scendere anche sotto la soglia di 1,50 €/l, cosa praticamente impossibile nel mercato italiano “normale”.
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Carburanti senza accise
Questo tipo di regime, però, non è privo di regole: per esempio, spesso esistono limiti quantitativi agli acquisti, controlli più rigidi sulle esportazioni di carburante e obblighi di residenza o permanenza per accedere ai vantaggi. Il tutto per evitare abusi, speculazioni e flussi anomali di carburante tra zone esentate e zone con tassazione piena.
Inoltre, bisogna considerare che le variazioni di prezzo tra un distributore e l’altro, anche se minime, possono comunque influenzare la scelta del consumatore: in media si tratta di differenze di 2-4 centesimi al litro, legate più alla logistica che a politiche fiscali.