Sanità pubblica in Valtellina: un sistema in crisi
La Valtellina sta affrontando una crisi profonda nel settore della sanità pubblica. Le liste d’attesa per visite specialistiche e ricoveri si sono allungate a dismisura, raggiungendo tempi paragonabili a quelli delle regioni del sud Italia. Questo fenomeno è il risultato di tagli ai finanziamenti, carenza di personale medico e strutture ospedaliere obsolete.
Secondo i dati della Regione Lombardia, le priorità per le prestazioni sanitarie sono suddivise in classi:
-
U (urgente): entro 72 ore
-
B (breve): entro 10 giorni
-
D (differibile): entro 30 giorni per visite, 60 per esami
-
P (programmabile): entro 120 giorni
Tuttavia, nella realtà valtellinese, questi tempi sono spesso disattesi. I pazienti sono costretti ad attendere mesi, anche per prestazioni urgenti, mettendo a rischio la loro salute.
La situazione è talmente grave che la Regione Lombardia ha firmato un protocollo con i Carabinieri dei NAS per intensificare i controlli sulle liste d’attesa. Questo intervento, però, è stato definito dalla CGIL Lombardia come un “auto-commissariamento” che certifica il fallimento delle politiche sanitarie regionali.
Le conseguenze per i cittadini sono drammatiche: molti sono costretti a rivolgersi al settore privato, sostenendo costi elevati, o a rinunciare alle cure. La sanità pubblica, un tempo fiore all’occhiello della Lombardia, è ora percepita come inefficiente e inaccessibile.
Trasporti in Valtellina: un sistema inefficiente e obsoleto
La mobilità in Valtellina è un altro settore in profonda crisi. La linea ferroviaria Milano-Tirano, fondamentale per i pendolari e il turismo, è afflitta da ritardi cronici, guasti frequenti e sospensioni del servizio. Ad esempio, dal 15 giugno al 14 settembre 2025, la circolazione ferroviaria sarà sospesa su una parte della linea per lavori di manutenzione, costringendo i viaggiatori a utilizzare autobus sostitutivi.
Queste interruzioni, seppur necessarie per la manutenzione, evidenziano la mancanza di investimenti strutturali e una pianificazione inadeguata. I pendolari affrontano quotidianamente disagi, con treni sovraffollati e tempi di percorrenza eccessivi.
Anche la rete viaria presenta criticità: strade congestionate, mancanza di alternative di trasporto pubblico e infrastrutture non adeguate alle esigenze attuali. La Provincia di Sondrio ha avviato progetti per migliorare la situazione, come il potenziamento del trasporto pubblico locale e la realizzazione di nuove infrastrutture, ma i risultati tardano ad arrivare.
La carenza di collegamenti efficienti non solo penalizza i residenti, ma limita lo sviluppo economico e turistico della regione, rendendo la Valtellina meno competitiva rispetto ad altre aree alpine.
Leggi anche: Suicidi, il triste primato della provincia di Sondrio
Curarsi in Valtellina
Per affrontare queste sfide, è necessario un intervento coordinato e strutturale. Alcune proposte includono:
-
Aumento dei finanziamenti alla sanità pubblica, per ridurre le liste d’attesa e migliorare la qualità dei servizi.
-
Assunzione di personale medico e sanitario, per colmare le carenze attuali.
-
Investimenti nelle infrastrutture ferroviarie, per garantire un servizio efficiente e affidabile.
-
Sviluppo di un sistema di trasporto pubblico integrato, che includa autobus, treni e soluzioni di mobilità sostenibile.
-
Promozione della mobilità dolce, con la realizzazione di piste ciclabili e percorsi pedonali.
La Valtellina ha bisogno di un piano strategico a lungo termine, che coinvolga le istituzioni locali, regionali e nazionali, oltre alla partecipazione attiva dei cittadini. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile invertire la rotta e garantire un futuro migliore alla regione.