Territorio

Il borgo che conta un solo abitante

Il borgo che conta un solo abitante

Un solo abitante al borgo di Sostila

Nel cuore delle Alpi italiane, nella suggestiva Val Fabiòlo, si trova un luogo che sembra uscito da un romanzo: Sostila, un piccolo borgo montano ormai quasi completamente disabitato, famoso per avere un unico residente permanente. Questo paese, sospeso nel tempo, racconta una storia di spopolamento, natura incontaminata, resilienza umana e fascino antico.

Origini e storia del paese con un solo abitante

Sostila nasce come borgo rurale alpino, probabilmente già in epoca medievale, ma con maggiori sviluppi abitativi nel corso del XVI‑XVII secolo. Costruito su una serie di case in pietra tipiche dell’architettura alpina, il paese rimaneva vivace e abitato fino agli anni ’50 e ’60 del XX secolo, quando iniziarono i fenomeni di spopolamento legati alla modernizzazione della vita, all’abbandono delle attività agricole montane e alla chiusura delle scuole e dei servizi locali.

A testimonianza di quel passato vivo, ancora si possono vedere la scuola elementare chiusa nel 1958 con i banchi originali, le antiche case in pietra con tetti in piode e la chiesa della Madonna della Neve, che per decenni è stata il centro della vita comunitaria del borgo.

Sostila oggi: tra leggenda e realtà

Nel corso dei decenni il paese si è spopolato sempre di più, fino a diventare un vero e proprio borgo fantasma. Secondo varie fonti locali e reportage, oggi Sostila è abitato da pochissime persone — in alcune descrizioni addirittura da una sola: Fausto Mottalini, che ha scelto di vivere in solitudine immerso nella natura, lontano dal ritmo frenetico della vita moderna.

Fausto è spesso descritto come un eremita moderno: torna abitualmente al borgo, vive nella casa della sua famiglia e trascorre le giornate dedicandosi alle sue passioni — immerso nella natura, nella meditazione, nella lettura e negli spazi aperti della vallata.

Il fascino della vita solitaria

Per Fausto, la solitudine non è affatto un peso, ma una scelta di vita che gli permette di restare in contatto con la natura, di vivere con semplicità e di essere parte integrante di un paesaggio quasi incontaminato. In passato qui vivevano decine di persone, con famiglie e attività, ma le difficoltà di accesso — il borgo è raggiungibile solo a piedi, percorrendo mulattiere e sentieri — e l’isolamento hanno reso sempre più difficile la permanenza degli abitanti.

Leggende e cultura popolare

Sostila è anche conosciuta localmente come “il paese delle streghe”: leggende popolari raccontano di raduni di streghe nelle sue vie e di antichi racconti legati a figure misteriose. Queste narrazioni fanno parte del folklore alpino e contribuiscono alla sua fama di borgo magico e sospeso tra realtà e mito.

Il fenomeno dei borghi spopolati in Italia

Il caso di Sostila si inserisce in un fenomeno più ampio di spopolamento dei borghi rurali in molte zone d’Italia, specialmente nelle aree montane, addirittura con un solo abitante. Dalle Alpi all’Appennino, molti piccoli paesi hanno visto calare drasticamente le proprie popolazioni a causa della migrazione verso centri urbani più grandi per lavoro, istruzione e servizi. Alcuni villaggi si trovano ora con pochissimi residenti, altri addirittura con un solo abitante come Sostila o il borgo di Usigni, in Umbria, che nel 2016 risultava avere soltanto una persona residente secondo il censimento ISTAT.

Un luogo per sognatori, amanti della natura e curiosi

Oggi, Sostila è per molti un luogo di fascino straordinario: meta di escursionisti, fotografi, studenti di storia e semplici curiosi attratti dall’idea di un borgo “fermo nel tempo”. La sua accessibilità solo a piedi, i suoi edifici antichi, l’aria pura di montagna e la sua atmosfera quasi mistica lo rendono un esempio emblematico della cultura rurale alpina e delle trasformazioni demografiche del mondo contemporaneo.

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