Territorio

Tetti in pioda e sogni antichi: il borgo fantasma della Valtellina

tetti in pioda e sogni antichi il borgo fantasma della valtellina

Nel cuore della Valtellina, in un angolo quasi sospeso tra montagna, storia e leggenda, si trova il borgo di Sostila. Un nucleo antico, fuori dal traffico, dove ancora oggi le case in pietra e i tetti in pioda (lastre di pietra locale) raccontano un modo di vivere che sembra appartenere a un tempo fermo. In questo articolo ci addentreremo nella sua storia, architettura, clima, suggerimenti per la visita e perché ne vale davvero la pena.


Dove si trova e come arrivare

Sostila è una frazione del comune di Forcola, in provincia di Sondrio. Si trova nella laterale Val Fabiolo, che si stacca dalla più ampia Val Tartano. 
La caratteristica più evidente è che il borgo è raggiungibile solo a piedi tramite la mulattiera che sale lungo la Val Fabiolo. 
Consiglio pratico: portati scarpe da trekking, acqua e un po’ di tempo extra per la salita (circa 1h − 2h in base al percorso). Il borgo non ha servizi come un grande centro urbano e la natura prepondera.


L’architettura e i tetti in “pioda”

Uno degli elementi più affascinanti di Sostila è la sua architettura tradizionale. Le case sono in pietra locale, con murature robuste, ballatoi in legno in alcuni casi, e — soprattutto — tetti realizzati in piode.
La “pioda” (o “piöda”) è una lastra di pietra piatta, usata anticamente e ancora oggi nei tetti alpini di certe valli. In Valtellina e zone limitrofe questo tipo di copertura è storica e legata al materiale di cava locale. 
Nel borgo si trovano case risalenti al Seicento (alcune), ma in condizioni che suggeriscono una continuità di utilizzo o trasformazione nel tempo. 
Il risultato è un effetto visivo molto suggestivo: dal basso del sentiero si intravedono tetti grigi‑piombo delle piode, armonizzati nella pietra e nel legno, che si fondono con la montagna circostante.


Storia e vita del borgo

Sostila un tempo era abitato, con una vita contadina legata alla raccolta delle castagne, al frutteto, ai boschi, magari alla miniera. 
Nel secolo scorso, la tendenza è stata allo spopolamento: nel 1928 contava circa 120 abitanti, ma tra gli anni cinquanta e sessanta si ridusse drasticamente. 
Oggi è quasi disabitato, ma non abbandonato: resta vivo come testimonianza e luogo di fascino, idealmente per chi cerca silenzio, natura, architettura autentica. La zona è stata proposta anche come ecomuseo. 
Leggende popolari arricchiscono l’atmosfera: si parla del sabba delle streghe, di processioni notturne nella valle… elementi che aggiungono un velo di mistero e fascino alpino al luogo.


Perché visitarlo

Ci sono diversi motivi per cui vale la pena inserire Sostila in un itinerario di montagna:

  • Autenticità: poche località hanno conservato con tale integrità l’architettura tradizionale con tetti in piode.

  • Natura & tranquillità: si è immersi nel territorio montano, senza traffico e con ambienti silenziosi.

  • Fotografia e fascino visivo: l’insieme pietra‑piode‑bosco è molto suggestivo, ideale per fotografi o chi ama paesaggi alpini autentici.

  • Esperienza slow: camminare fino al borgo, visitarlo senza fretta, respirare il contesto storico‑montano è un buon “reset” dall’urbanità.

  • Accesso “speciale”: il fatto che si acceda a piedi tramite mulattiera lo rende un luogo più intimo, non sovraffollato.


Suggerimenti pratici per la visita

Ecco qualche dritta utile per organizzare la visita a Sostila:

  • Verifica le condizioni del sentiero: in certe stagioni (autunno, primavera) può essere scivoloso o soggetto a restringimenti.

  • Metti scarpe da trekking o comunque robuste, acqua e magari una giacca: in montagna il clima può cambiare.

  • Non aspettarti negozi‑ristoranti nel borgo: meglio provvedere prima o organizzarsi.

  • Rispetta le abitazioni e il contesto: essendo semi‑abitato è bene comportarsi con discrezione.

  • Fai attenzione al meteo: in montagna la visibilità o il sentiero possono variare.

  • Porta la macchina fotografica: al tramonto o all’alba i tetti in piode assumono riflessi particolari.

  • Se puoi, visita in periodi di minor afflusso per goderti la pace e il silenzio.


  • L’uso delle piode come copertura è tipico delle Alpi lombarde e oltre, e nella Valtellina la lavorazione della pietra “serpentino” ha storia.

  • La conservazione di borghi come Sostila aiuta anche a preservare tradizioni architettoniche e paesaggistiche che rischierebbero di sparire.

  • Il turismo lento (“slow tourism”), che privilegia luoghi meno battuti, trova in Sostila un esempio perfetto: non una meta di massa, ma un’esperienza consapevole.

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