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Quale legna fa male al camino e alla stufa?

Quale legna fa male al camino e alla stufa

Quale legna fa male – Quando accendiamo un caminetto o una stufa a legna, la scelta del combustibile è più importante di quanto molti pensino.

Non tutte le legne sono uguali: alcune bruciano bene, altre invece generano molta fuliggine, residui, depositi di creosoto all’interno della canna fumaria (il tubo o condotto che porta i fumi al tetto) e possono causare intasamenti, cattiva combustione, oppure rischi maggiori di incendio o emissioni inquinanti.
In questo articolo vedremo quali tipi di legna tendono a sporcare di più la canna fumaria, perché ciò avviene, e come evitarlo per manutenzione e sicurezza ottimali.


Quali caratteristiche rendono la legna “sporca” per la canna fumaria

Per capire quali legni evitare, è utile sapere perché un legno può sporcare di più. I principali fattori sono:

  • Alta umidità: la legna non stagionata o “verde” contiene tanta acqua. Per evaporare quell’acqua serve combustione a temperatura più bassa o più tempo, si producono più fumi e fuliggine, e ciò favorisce depositi nelle pareti della canna fumaria.

  • Elevato contenuto di resina: alcune essenze (soprattutto conifere come pino, abete, larice) sono molto resinose. La resina, quando brucia, tende a creare fumo denso, depositi appiccicosi, creosoto, che si attaccano alle pareti della canna fumaria.

  • Combustione incompleta o a bassa temperatura: se il fuoco non è “vivo”, se la legna è troppo grande, se manca ossigeno o tiraggio, si generano fumi e residui che poi depositano. Anche qui si sporca di più.

  • Legna trattata o contaminata: legno verniciato, impregnato, con scarti, pallet, legno troppo povero o con sostanze chimiche, produce fumi e sostanze che possono depositarsi male e compromettere l’impianto.

In sintesi: umidità + resina + combustione non ottimale = maggiore sporco nella canna fumaria.


Quali essenze “sporche” evitare o usare con cautela

Conoscendo queste caratteristiche, alcune essenze risultano più problematiche. Ecco quelle da evitare o quantomeno usare con maggior cura:

  • Legna di conifere molto resinose: ad esempio Abete, Larice, pino, ecc. Sono segnalate come legni “resinosi” che tendono a produrre molto fumo e depositi.

  • Legna verde (non stagionata): qualsiasi essenza ma con troppa umidità sarà causa di fuliggine. Ad esempio, un legno preso e subito bruciato, senza stagionatura, produce problemi.

  • Legni trattati, verniciati, oppure legna da demolizione o pallet: questi materiali generano residui, fumo anomalo e depositi indesiderati.


Quali essenze sono “meno sporche” e preferibili

Per fortuna non tutti i legni sono problematici. Alcune essenze sono più “pulite”, più indicate per caminetti o stufe, e aiutano a mantenere la canna fumaria più libera da residui.

Ecco alcune raccomandazioni:

  • Legna dura (latifoglie) ben stagionata: ad esempio Quercia, Faggio, Frassino. Questi legni bruciano più lentamente, con fiamma più stabile, meno fumo, e producono meno depositi.

  • Legna con basso contenuto di resina e se ben stagionata: ad esempio l’acero, la betulla sono segnalate come “meno fumo”.

  • Assicurarsi che la legna abbia umidità bassa: molti siti consigliano che il contenuto di acqua sia al di sotto del 20% per evitare problemi.

Quindi, quando scegli la legna da ardere, punta su qualità, stagionatura, e essenza adatta, per evitare di dover pulire la canna fumaria troppo spesso.


Impatti pratici: perché è importante evitare la legna “sporca”

I problemi di usare legna inadeguata non riguardano solo la “sporcizia” estetica della canna fumaria, ma anche:

  • Efficienza ridotta: se la canna è parzialmente occlusa o il tiraggio è compromesso, la combustione è meno efficiente, il calore prodotto è inferiore, e potresti consumare più legna per lo stesso risultato.

  • Maggiore fuliggine e creosoto: questi depositi sono infiammabili. Un accumulo significativo di creosoto può provocare incendi di canna fumaria.

  • Emissioni inquinanti e fumo visibile: combustione non ottimale produce fumo denso, residui, impatto ambientale peggiore.

  • Manutenzione più frequente: pulizia della canna fumaria più spesso, costi più alti, rischio di guasti.

  • Sicurezza: rischio di intossicazione da monossido, oppure ritorno dei fumi nel locale se il sistema non è ben tirato.

Quindi, scegliere la legna giusta non è solo “cosmetica”, è una questione di salute, risparmio e sicurezza.


Consigli pratici per evitare che la legna sporchi la canna fumaria

Ecco alcune best‑practices per ridurre il rischio che la legna sporchi la canna fumaria:

  1. Stagiona bene la legna: Lascia la legna all’aperto, protetta dalla pioggia sopra ma ventilata sotto; attendi almeno 1 anno, idealmente 18‑24 mesi, fino a che l’umidità sia ben sotto il 20%.

  2. Scegli essenze appropriate: Preferisci latifoglie dure e ben seccate (quercia, faggio, frassino) e limita l’uso di conifere resinose.

  3. Evita legni trattati o contaminati: Nessuna vernice, nessun pallet verniciato, nessun legno impregnato o legno da demolizione.

  4. Accendi bene e mantieni una buona combustione: Usa accendifuoco adeguati, non sovraccaricare, assicurati che la presa d’aria sia giusta, fiamma viva fin da subito.

  5. Controlli periodici della canna fumaria: Anche con buona legna, è bene che la canna fumaria venga pulita regolarmente, per evitare accumuli che poi rendono difficile la manutenzione.

  6. Controlla il fumo: Se vedi fumo denso o nero uscire dal comignolo, o osservi depositi neri nelle pareti, è segno che qualcosa non va.


Legna fa male

In conclusione: , esistono legni che “sporcano” molto di più la canna fumaria, e riconoscerli e evitarli è fondamentale per un camino efficiente, sicuro e meno oneroso in manutenzione. Le essenze più problematiche sono quelle umide, quelle ricche di resina, quelle non stagionate, e quelle trattate o contaminate. Dall’altro lato, legni ben stagionati, essenze dure, e buona gestione della combustione rappresentano la scelta migliore.

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