93.835 morti finora in Italia non sono sufficienti. Non bastano per cambiare qualcosa o qualcuno. Mentre a Palazzo Chigi andava in scena il teatrino del nuovo che avanza, in realtà si preparava l’ennesima presa per i fondelli, in particolare per il turismo invernale. Cambiare tutto per non cambiare niente, tranne le pedine. Nani dove servirebbero giganti.
E se il ministro della salute si meritava la riconferma, evidentemente per aver gestito al meglio la pandemia nel 2020, rassicurandoci quindi ancora in futuro con la sola imposizione della sua espressione, appena finito di giurare il nuovo esecutivo, ecco che partiva la preparazione del terreno, il lavoro sporco, dei sodali dei salotti buoni.
Con cambio repentino della comunicazione. Di nuovo il terrore, la paura e gli incubi: le varianti!
Sarà sicuramente vero, ma perché farlo con questi tempi e modi? Magari sarebbe il caso, ogni tanto, di ricordarsi della magnifica posizione italiana nella classifica della corruzione mondiale. Perché anche avere degli incapaci invece che persone preparate nelle posizioni che contano non può essere sempre una coincidenza.
L’emergenza non è più solo sanitaria, è anche comunicativa. Con i media che danno sempre più credito a chiunque occupi una posizione senza mai domandarsi se da quella bocca escano delle idiozie. E di quali conseguenze ne derivino se non autorizzati a farlo. Certo è più facile fare copia e incolla delle stupidaggini scritte su Facebook.
Era palese che ad anticipare l’apertura degli impianti di sci erano stati solo esponenti delle amministrazioni regionali. Nulla era trapelato da Roma. Perché i consulenti consigliano, e manco quello hanno saputo fare, ma a decidere sono gli iper remunerati statisti in pectore che ci ritroviamo nelle stanze del potere. E nessuno si era preso la briga di dire che martedì il CTS aveva scritto che si doveva far ingoiare un altro calice amaro agli elettori.
Ma avere dubbi, fare domande, mettersi in discussione non è più di moda. Meglio fare il tifo, più o meno palesemente, per il potente di turno nella speranza che cada nel proprio piatto qualche briciola o avanzo dall’appetito vorace della classe politica più pagata d’Europa.
Adesso va di moda la parola resiliente, la usano tutti. Ma ne conoscono il significato? Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti. Esattamente come chi?