Premessa
Le misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 hanno richiesto alla popolazione di restare a casa e ridurre alle reali necessità gli spostamenti.
L’isolamento e l’inattività di queste settimane possono indurre in ciascuno di noi stati d’animo, pensieri ed emozioni negative che possono intaccare il nostro benessere psicofisico a vari livelli e in diversi ambiti della nostra vita.
Cosa ci sta accadendo?
Siamo tutti spaventati e disorientati. Questo è normale e ci definisce in quanto esseri umani. Siamo continuamente esposti dai media a notizie e immagini terribili, spesso udiamo provenire dalle strade le sirene delle ambulanze; nutriamo forti preoccupazioni per noi stessi e per i nostri cari. Molti di noi sono inoltre preoccupati per gli scenari economici futuri.
In alcuni momenti sperimentiamo sensazioni di impotenza e di ansia per non avere il controllo della situazione. Le frasi più comuni riportate dalle persone che vivono questa condizione di disagio psicologico sono:
“mi sento un animale in gabbia”; “mi sento solo”; “mi prefiguro scenari futuri di tipo apocalittico”; “sento che sto perdendo delle opportunità ” ;“ ho il timore di non poter tornare alla vita di prima”.
Come possiamo gestire le nostre emozioni?
Focalizziamoci su ciò che possiamo controllare durante la giornata, ad esempio possiamo organizzare delle attività specifiche, elencarle e seguirne l’ordine per portarle a termine (pulizie di casa, preparazione di alimenti, riordino locali, allenamento sportivo, approfondimenti culturali… ).
Prestiamo attenzione alle emozioni positive che deriveranno da tali attività. Al termine di un’attività scelta e conclusa efficacemente, sicuramente ci sentiremo gratificati e soddisfatti di noi stessi.
Tratteniamo un’immagine di questa esperienza positiva e piacevole (che può essere anche molto intensa) da conservare nella nostra mente, per renderla nuovamente disponibile anche in altri momenti.
Molti studi in ambito neuropsicologico hanno dimostrato i legami reciproci esistenti tra il sistema immunitario e il cervello. Alcune ricerche hanno dimostrato che cinque minuti passati a fantasticare (visualizzazioni positive), permettono una crescita media del 53% del sistema immunitario.
Seguendo queste semplici indicazioni possiamo dare ritmicità alle nostre giornata di quarantena. Sperimentare il controllo ambientale, attraverso la scansione del tempo all’interno dello svolgimento di attività specifiche risulta enormemente utile anche ai nostri figli, questo riduce sintomi quali ansia e irrequietezza nei più piccoli (le attività potrebbero essere: svolgimento dei compiti, aiuto in unità didattiche da parte di fratelli più grandi verso fratelli più piccoli, realizzazione di opere creative, partecipazione attiva alla comunità familiare, attraverso lo svolgimento di piccoli lavori domestici che aiutino i bambini a sentirsi responsabili ed efficaci).
La regola da usare come un mantra
Accettiamo di non poter controllare tutto, di non poter controllare ciò è furori di noi. “Ho accettato di lasciarmi trasportate dalla corrente senza sapere dove mi avrebbe portato. Ho sperimentato quanto sia faticoso opporsi a questa corrente e quanto invece sia benefico affidarvisi senza regole, ho imparato, con gli anni, a lasciarmi portare” (Carl Gustav Jung).
Ripetiamoci: “Posso concedermi di non avere il controllo”. Ripetiamolo più volte e trasformiamolo in un rituale e utilizziamolo ogni volta che ne sentiremo la necessità. “
Questa tecnica avrà un grande potere calmante. Ci aiuterà a riorganizzare le emozioni e ci farà sperimentare fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità personali di far fronte allo stress.
Cosa possiamo recuperare grazie alla quarantena?
Favoriamo i contatti affettivi. Autorizziamoci la libera espressione del desiderio di una relazione autentica con l’altro.
La quarantena ci ha rinchiuso nelle nostre abitazioni, ma ci ha anche restituito un tempo prezioso, che abbiamo il dovere verso noi stessi, di utilizzare al meglio. L’avvento della tecnologia che ha sicuramente snaturato il contatto fra gli individui cambiando profondamente le relazioni, in questo particolare momento, ci sta fornendo l’opportunità meravigliosa di rimanere comunque in contatto, al di là delle separazioni fisiche.
Possiamo scrivere le e-mail che abbiamo solo pensato di scrivere, possiamo fare telefonate più lente e discorsive; oggi anche i nonni più restii alla tecnologia, pur di restare in contatto con i nipotini sono diventati esperti in video-chiamate di gruppo e memo vocali. Riscontriamo nei nostri figli un nuovo atteggiamento responsabile (con un misto si sorpresa ed ammirazione) di preoccupazione per i nonni, percepiti come fragili .
Per molti di noi la tecnologia offre diversificate occasioni che ci permetto di stare comunque vicini.
“Si deve riscoprire insomma l’importanza della funzione mentale, della sublimazione della virtualità” .“Bisogna fare in modo che il linguaggio diventi come una pelle”.(Dott. Marco Rossi Psichiatra e sessuologo-marzo 2020).
Come possiamo tenere sani mente e corpo?
Possiamo avviare un programma di attività fisica e ognuno potrà scegliere ciò che più risulta in linea con le proprie condizioni di salute e di allenamento fisico.
Esistono numerosi programmi sportivi presenti su riviste di settore oppure scaricabili dalla rete, per tenersi in forma anche stando a casa. Alcuni di noi preferiranno svolgere degli esercizi di yoga oppure ascoltare delle meditazioni. Il tempo ritrovato, seppur all’interno di un’obbligatorietà, di un divieto, ci permette di occuparci con maggior attenzione dell’alimentazione. Possiamo dedicarci personalmente alla preparazione dei cibi, facendo attenzione alle benefiche proprietà degli alimenti. Per chi ha dei figli potrà coinvolgerli in questa attività, così da poterle conferire il valore di un’esperienza educativa e soprattutto affettiva. Curare l’alimentazione per la propria famiglia può diventare un vero e proprio rituale che avrà il valore di trasmettere amore e protezione.
Conclusioni
Siamo tutti sulla stessa barca! Questa grave catastrofe sanitaria ci riguarda tutti. Ci sentiamo tutti chiamati a fornire il nostro contributo. Alla fine di questa pandemia ci troveremo a gestire l’effetto di un cambiamento socio-economico globale e dovremo adattarci al nuovo, con spirito di solidarietà e responsabilità collettiva.
Forse in futuro, le nuove generazioni, in ragione di questa crisi trasformativa, sapranno dimostrarsi adulti più responsabili e autorevoli rispetto agli adulti di oggi.
“Il cambiamento e il caos stimolano la vita” (Prigogine, scienziato russo. Nel 1977 vinse il premio Nobel per la chimica).