Truffa del finto operatore regionale
Nelle ultime settimane è emersa una nuova truffa telefonica mirata agli utenti di luce e gas: il truffatore si spaccia per un operatore regionale o per un incaricato di un presunto “ufficio energia della Regione” o addirittura dell’autorità di controllo come l’ARERA.
L’obiettivo? Spingere gli utenti meno informati a firmare un contratto fasullo con un fornitore privato.
La strategia è ben precisa: creare fiducia attraverso il nome di enti pubblici (che non hanno alcun mandato in questo senso), utilizzando toni insistenti e urgenti per spingerti ad agire senza riflettere.
Tipico schema della truffa
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Chiamata non sollecitata: ricevi una telefonata da un numero sconosciuto. La voce all’altro capo sembra informata, magari conoscendo il tuo nome, cognome e indirizzo.
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Argomentazioni ingannevoli: ti viene detto che devi aggiornare obbligatoriamente il contratto per continuare a ricevere energia, o per evitare aumenti o blocchi. Vengono promessi sconti o agevolazioni misteriose.
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Richiesta dati sensibili: chiedono subito codice POD (identificativo della fornitura) e IBAN con scuse varie come rimborso o addebito positivo.
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Seconda chiamata: se ti insospettisci e riagganci, può partire una seconda chiamata da un numero diverso, con lo stesso copione.
In alcuni casi queste telefonate sono arrivate da numeri fissi o numeri di cellulare diversi, rendendo difficile interrompere il flusso o identificarli facilmente.
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Operatore fasullo energia
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Lazio: segnalazioni all’URP della Regione Lazio. I cittadini sono stati contattati da sedicenti operatori regionali con proposte di cambio fornitore.
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Toscana: episodi analoghi, con telefonate provenienti da falsi “consorzi luce e gas della Regione Toscana”, che promettono contratti vantaggiosi o ribadiscono un presunto obbligo contrattuale.
Perché questa truffa funziona
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Autorità apparente: il nome della Regione, dell’autorità o di un ufficio pubblico fa sentire il destinatario sicuro.
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Pressione psicologica: toni urgenti e minacce di aumenti o sospensione del servizio inducono ansia e reattività impulsiva.
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Uso di dati reali: conoscendo alcuni dati personali, il truffatore sembra più credibile.
Come difendersi: consigli pratici
Ecco cosa fare per proteggerti:
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Non fornire mai POD, IBAN, codice fiscale o altri dati personali durante una telefonata non richiesta.
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Riaggancia subito: se la chiamata appare sospetta o insistente, chiudi la comunicazione.
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Blocca e segnala il numero come spam.
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Contatta direttamente il tuo fornitore ufficiale per verificare se ci sono cambiamenti o offerte reali.
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Richiedi sempre il contratto per iscritto (cartaceo o digitale) e conserva una copia. Senza firma scritta, il contratto telefonico non è valido.
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Ricorda il diritto di recesso entro 14 giorni senza penali, previsto dal Codice del Consumo.
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Segnala la truffa a ARERA (Sportello per il Consumatore Energia), alla Polizia Postale o a associazioni dei consumatori come Federconsumatori.
La truffa del finto operatore regionale è un rischio concreto e attuale, alimentato dall’incertezza nel mercato dell’energia e dall’ansia per le bollette. Spacciandosi per enti pubblici, questi truffatori cercano di sfruttare la tua fiducia per carpire dati sensibili o vincolarti a contratti fasulli.
La difesa più forte è l’informazione: non abbassare mai la guardia, controlla sempre, esigi chiarezza e documentazione scritta, e segnala ogni anomalia. Solo così possiamo difenderci collettivamente da questa forma subdola di inganno.