Chi era Cipriano Valorsa?
Cipriano Valorsa, nato a Grosio intorno al 1515‑16, è considerato il pittore più celebre del Cinquecento valtellinese.
Protagonista della pittura devozionale locale, fu attivo per oltre cinquant’anni in molte località della media e alta Valtellina, oltre che in Val di Sole.
La sua carriera artistica iniziò con il polittico firmato e datato conservato nella chiesa di Sant’Ilario a Vervio, considerata la sua opera più antica.
Il suo stile, ispirato al Rinascimento lombardo, era accessibile e devozionale, caratterizzato da immagini “di facile impatto” commissionate da confraternite e comunità parrocchiali.
Il “Raffaello della Valtellina”
Il merito della riscoperta moderna di Valorsa va soprattutto al parroco Don Nicolò Zaccaria di Sondalo e al collezionista Emilio Visconti Venosta, che verso la fine dell’Ottocento contribuirono a valorizzare il pittore.
Il critico d’arte Giovanni Morelli, suo amico, lo definì “Raffaello della Valtellina”, un titolo forse eccessivo ma indicativo della sua fama locale.
Secondo uno storico locale, Valorsa fu «il più valente pittore valtellinese… di forza di colorito, grazia e perizia tecnica tale da competere coi maestri più rinomati del suo tempo».
Principali Opere e Itinerari
Valorsa lasciò numerose testimonianze artistiche in Valtellina:
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Polittico in Sant’Ilario a Vervio: la sua prima opera nota.
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Affreschi nella chiesa di San Siro a Bianzone (1548): ciclo “Vita della Vergine” e “I martiri”.
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Decorazione del portichetto dei Disciplini a Chiuro e affreschi in S. Abbondio a Vione di Mazzo, abside di S. Gregorio (Ravoledo di Grosio), Pentecoste in Tovo di Sant’Agata.
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Numerose tele in chiese come il santuario di Sazzo, San Agostino ad Agneda, la pala d’altare di S. Abbondio a Tresivio.
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Esterno: ciclo in chiesa della Natività di Maria a Pellizzano (Val di Sole), sua unica opera fuori dalla Valtellina.
Luoghi da Visitare
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Chiesa di San Giorgio a Grosio: ospita l’affresco della Deposizione con quello che viene considerato il suo autoritratto, ben visibile sulla controfacciata e mostrato nelle immagini.
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Villa Visconti Venosta a Grosio: conserva due ante lignee dipinte a tempera da Valorsa, esempi significativi della pittura rinascimentale valtellinese.
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Su Via Valorsa a Grosio, si trova la sua presunta casa natale, un edificio del XVI secolo decorato da affreschi.
Stile, Collaboratori e Catalogazione
Valorsa lavorò probabilmente nella bottega di Vincenzo de Barberis, maestro che influenzò il suo stile lombardo e “volgarizzato”.
Nella sua bottega operarono anche il figlio Giovan Angelo e Luigi Valloni, quest’ultimo artista attivo nella media Valtellina con uno stile più ingenuo e popolare, tipico della devozione confraternale.
Un’importante opera critica fu realizzata nel 1985 da Simonetta Coppa, che ha chiarito attribuzioni e catalogo, restituendo alcune opere precedentemente assegnate a Valorsa ad altri autori.
Perché Valorsa conta ancora oggi
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Figura centrale della pittura religiosa locale, con una produzione vasta e longeva.
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Riscoperto grazie al collezionismo ottocentesco, fu premiato con un titolo suggestivo da Morelli.
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Le sue opere costituiscono un patrimonio artistico prezioso per la cultura e la devozione valdostana, tuttora visibili in luoghi autentici e contesti di vita religiosa e comunitaria.
Cipriano Valorsa rappresenta l’essenza della pittura sacra cinquecentesca valtellinese: accessibile, intensa, diffusa e radicata nel territorio. Sebbene il paragone con Raffaello sia forse eccessivo, riflette il rispetto e l’ammirazione che questa figura ha saputo conquistarsi nella memoria locale.