Il borgo senza strade tra natura e leggende

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il borgo senza strade tra natura e leggendeA meno di due ore da Milano, più altre due di cammino, si raggiunge un luogo fuori dal tempo: un borgo con appena sei abitanti, immerso nei boschi e totalmente privo di auto. È la Val Codera, una delle valli più suggestive della provincia di Sondrio, rimasta intatta proprio perché non raggiungibile da alcuna strada carrozzabile.

Secondo una leggenda, quando Dio creò il mondo gli avanzò un mucchio di pietre. Le sparse un po’ alla rinfusa e da esse nacque la Val Codera. Il nome stesso deriverebbe da “cotaria”, ossia “cote” (masso). Questo territorio aspro e selvaggio, ma non privo di scorci gentili, custodisce numerose storie tramandate di generazione in generazione.

Come arrivare

La Val Codera, valle laterale della Valchiavenna, appartiene interamente al comune di Novate Mezzola. È raggiungibile soltanto a piedi, in bici o in elicottero. Il sentiero parte dal parcheggio sterrato di Mezzoalpiano, poco sopra la stazione ferroviaria di Novate.
Il percorso si snoda tra ripidi tornanti e scalini scavati nella roccia fino all’abitato di Avedée, per poi proseguire più dolcemente fino al borgo di Codera.

Il borgo di Codera

Codera è la “capitale” della valle, con vista spettacolare sul lago di Mezzola. Nonostante l’isolamento, sorprende per la presenza di numerose case, una chiesa, un cimitero, locande e i pochi residenti che ancora vivono e lavorano qui. Nulla è costruito per i turisti: la vita segue i ritmi autentici di un tempo, lontano dal caos del fondovalle.

Nel borgo ha sede il Museo Storico Etnografico e Naturalistico, che custodisce ricostruzioni di antiche abitazioni, attrezzi agricoli e artigianali, reperti della civiltà locale e un grazioso Museo Mineralogico, ricco di campioni provenienti dalla valle. Attorno al paese si estendono orti e campi terrazzati, sostenuti da muretti a secco, che gli abitanti e le associazioni locali si impegnano a preservare contro l’avanzare dell’abbandono.

Le leggende della valle

La Val Codera è anche terra di misteri. Gli anziani raccontano di incontri con figure oscure, anime malvagie o streghe.

  • Il Valfubia: un uomo crudele che rubava perfino ai poveri. Alla sua morte fu condannato a vagare come spirito inquieto, assumendo di volta in volta le sembianze di uccello rapace, maiale o ombra. Le sue urla spaventavano i viandanti, che potevano difendersi solo con un rosario.

  • L’uomo della grotta: un misterioso personaggio che, vestito in modo stravagante, terrorizzava di notte chi percorreva i sentieri. Si dice vivesse in una caverna, circondato da lupi. Alcuni racconti narrano addirittura di omicidi. Alla fine gli abitanti organizzarono una battuta di caccia: armati di bastoni, riuscirono a stanarlo e a gettarlo nel vallone, da cui non riemerse più.

  • Le streghe di Cii: un giovane di Codera, seguendo una volpe, scoprì che la sua fidanzata e la madre praticavano riti di stregoneria, spalmando unguenti magici e volando via dal camino. Pronunciando a sua volta la formula, si ritrovò in una sala dominata dal diavolo, con un grande libro dove venivano registrati i nomi dei presenti. Lui, incapace di scrivere, tracciò una croce, gesto che lo riportò improvvisamente sulla mulattiera. Portò il libro al Vescovo di Como, che lesse i nomi in pubblico: le streghe apparvero una a una e furono mandate al rogo.

Tra mistero e spiritualità

Non lontano da Codera, in Val Masino, si trova il celebre Sass Carlasch, un gigantesco masso erratico che, secondo una leggenda, custodirebbe addirittura il Santo Graal.

In questa valle dura e concreta, dove la vita è sempre stata una sfida, abbondano racconti misteriosi ed enigmi esoterici. Forse leggende, forse suggestioni nate per trattenere ancora un po’ i visitatori. Perché arrivare in Val Codera richiede fatica, ma andar via è ancora più difficile.

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