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I luoghi più inquietanti della Valtellina

i luoghi più inquietanti della valtellina

Valtellina luoghi inquietanti


La Valtellina, con le sue montagne, le valli remote, i boschi e le antico borgate, non è solo bellezza alpina e piste da sci: è anche un luogo dove il tempo pare essersi fermato, dove leggende antiche si mescolano a rovine che il silenzio ha colonizzato. Qui sotto ti porto in un viaggio attraverso i posticipi più inquietanti della Valtellina: non soli per chi ama il mistero, ma anche per chi vuole conoscere la storia non raccontata.


I luoghi più inquietanti da esplorare

Luogo Perché è inquietante / cosa lo rende speciale Come / cosa rimane
Savogno e Codera (Valchiavenna) Borghi fantasma immersi nella natura, raggiungibili solo a piedi. Atmosfera medievale, isolamento, storie di anime in pena. Savogno: case in pietra con loggiati in legno, chiesa parrocchiale, fontana, abitato solo in estate da pochi. Codera: molto remoto, pochi abitanti, leggende come quella del brigante Valfubia che vaga mutando aspetto.
Sanatorio di Prasomaso (sopra Tresivio, ~1200 m) Struttura abbandonata costruita per la cura della tubercolosi, ora in parte degradata, circondata dal bosco. Lontananza, storia di sofferenza, silenzi… un classico da brivido. L’edificio conserva molte sezioni fatiscenti, senza manutenzione; difficile accesso inizialmente; ora meta per urbex e curiosi.
Bedoglio (Spriana, Valmalenco) Contrada abbandonata, con case in pietra, vie ripide — molte famiglie le hanno lasciate. Fragilità delle costruzioni, natura che invade. Atmosfera sospesa fra presente e passato. Vie lastricate, case ormai semidiroccate, poco traffico. Buona meta per chi ama camminare e fotografare.
Borgo di Sostila (Val Fabiolo) Con il soprannome “paese delle streghe”, Sostila è semi-abbandonato, con vecchie leggende su sabba, presenze misteriose, credenze popolari. Case di pietra, tetti in lastre locali, silenzio. Alcune famiglie ancora presenti, ma per la maggior parte disabitato. Strutture antiche, natura dominante.
Morbegno: ruderi di San Carlo e i Torchi Bianchi Vicino a Morbegno, tra Val Gerola e Val Albaredo, ci sono ruderi, vecchie case, chiesette secentesche abbandonate. Leggende locali su fiammelle misteriose, presenze nell’oscurità. Il rumore del vento, l’ombra della notte, l’eco delle storie popolari rendono il percorso inquietante.

Leggende & miti da non dimenticare

  • Homo Salvàdego: creatura metà uomo e metà animale, isolata nei boschi della Valtellina. Luci, rumori inspiegabili, paura… ma anche rispetto.

  • Il Gigiat della Val Masino: figura mitica, parte del folclore locale; spesso usata come racconto per bambini (“se fai il monello ti porta via…”).

  • Streghe e sabba in Val Fabiolo / Val Tartano: raccoglitori di castagne, miniere dimenticate, ombre che si muovono all’imbrunire… Sostila è una delle località dove questo tema è vivo nel ricordo.


Pericoli, raccomandazioni e bellezza

Visitare questi luoghi è affascinante, ma non privo di rischi. Ecco qualche consiglio:

  • Le strutture abbandonate possono essere pericolanti: tetti instabili, pavimenti marci, vetri rotti.

  • Sentieri isolati, condizioni meteo improvvise, mancanza di segnaletica. Meglio andare in gruppo, con mappe aggiornate e abbigliamento adatto.

  • Rispetto del territorio: non danneggiare nulla, non lasciare rifiuti, rispettare la proprietà privata.

  • Essere coscienti delle leggende: sono parte di una cultura locale, non solo “storie per spaventare”, ma testimonianze di un vissuto che merita rispetto.


Misteri montani

La Valtellina misteriosa è una Valtellina che mostra un volto diverso: quello delle rocche abbandonate, delle case silenziose, delle anime delle storie che non sono sparite ma si percepiscono appena sotto la superficie. Che tu ci vada per cercare il brivido, per fotografare, per camminare, o solo per capire: questi luoghi inquietanti sono pillole di tempo fermato, specchi di memoria.

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