Demonizzazione riscaldamento a legna – Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di un lettore sul tema del riscaldamento a legna.
Il caldo generato da una buona stufa a legna è più “avvolgente”, “asciutto” (basta far la prova con un lenzuolo bagnato), duraturo, ed è un caldo davvero potente. Ovviamente non va alimentata con legnaccia, peggio ancora se umida o composta da pezzi di bancale o mobilia frantumata (anche per ovvie ragioni inquinanti come avete giustamente scritto). Peraltro c’è una bella differenza tra legna e pellet.
La legna bruciata produce la stessa Co2 di quando marcisce cedua nel bosco. E il riscaldamento globale dipende proprio dalla cappa di Co2. Le polveri emesse (Pm10) sono minori e meno insidiose delle polveri emesse dall’inquinamento industriale e automobilistico che peraltro generano anche il pericolosissimo Pm5, se non erro.
Se una parte viene importata è una quota decisamente ridicola rispetto ai volumi di spesa che comporta immettere gas e petrolio di cui siamo quasi totalmente dipendenti dall’estero. Peraltro la quota nazionale di legna da ardere aiuta la riforestazione e il rinnovo delle piante del bosco. Non solo, proprio l’abbandono dei boschi e il degrado montano sono la prima causa di incendi e frane.
Demonizzazione riscaldamento a legna – Sarebbe interessante vedere uno studio serio in cui si compara la presenza di malattie respiratorie e incidenza tumori tra popolazioni residenti in agglomerati urbani in cui è bassissima la percentuale di riscaldamento a legna e quella in cui essa è prevalente anche a parità di insediamenti industriali e traffico viario presenti.
Questa demonizzazione del riscaldamento a legna può avere sante ragioni solo se mirata alla manutenzione degli impianti, idoneità delle canne fumarie, qualità del combustibile impiegato. Tutte cose che dovrebbero essere già interesse primario di chi utilizza stufe a biomassa. Ma fa a pugni con la incapacità conclamata di bloccare autoveicoli inquinanti, industrie inquinanti, caldaie a gasolio inquinanti.
S.B.