Origini della Galbusera: radici semplici, grandi ambizioni
Tutto ha inizio nel 1938 nella piccola città di Morbegno, in Valtellina, quando i fratelli Mario Galbusera ed Enea Galbusera – figli di un artigiano pasticciere – decidono di ampliare l’attività del padre Ermete e trasformarla da laboratorio artigianale in un’attività più strutturata.
Nel retro del caffè‑pasticceria di famiglia nasce il cuore dell’impresa: la produzione dei biscotti. Questi primi biscotti erano frutto della passione e dell’abilità artigianale tipica della Valtellina, zona montana dove concretezza e genuinità sono valori forti.
Da qui, la visione: non solo “fare dolci”, ma “portare bontà e genuinità” oltre i confini locali. La Galbusera definisce la propria filosofia come quella di “nutrire il proprio modo di volersi bene”, con prodotti realizzati «nel rispetto del territorio e condividerli con le persone che amiamo».
Questo passaggio iniziale è fondamentale perché mette in luce due elementi chiave che accompagneranno la storia dell’azienda: da un lato il legame con il territorio (la Valtellina), dall’altro la volontà di crescere, innovare, uscire dal locale.
Crescita e industrializzazione: gli anni del salto
Negli anni successivi all’avvio artigianale, Galbusera compie passi importanti. Nel 1950 viene inaugurato il primo stabilimento produttivo vero e proprio, sempre a Morbegno.
Ma è nel 1966 che arriva il vero “salto di qualità”: viene aperto lo stabilimento nella vicina Cosio Valtellino (provincia di Sondrio). Questo impianto consente di passare da produzione locale a una distribuzione più ampia, prima regionale, poi nazionale.
Sempre negli anni ’70 entra in scena uno dei personaggi‑chiave per l’espansione: Franco Giandonati, manager milanese che collabora con i fratelli Galbusera per potenziare la rete distributiva, aprendo l’azienda al Nord Italia e oltre.
Questo periodo mostra come Galbusera sia riuscita a unire artigianalità della base e visione imprenditoriale moderna: mantenendo una produzione di qualità, ma investendo in strutture, marketing e distribuzione.
Questi passaggi sono importanti perché spiegano come un’attività nata in un piccolo laboratorio in Valtellina potesse crescere fino a diventare un marchio riconosciuto su scala nazionale. Senza dimenticare che nel corso della storia l’azienda ha mantenuto forti radici con il territorio: la Valtellina è ancora evocata come parte dell’identità del marchio.
Anni ’80 e ’90: la svolta pubblicitaria e l’identità del brand
Gli anni Ottanta rappresentano una nuova fase per Galbusera, dove oltre alla crescita industriale si comincia a curare l’identità del marchio e la sua relazione con il pubblico. È il periodo della televisione, degli spot pubblicitari iconici, e Galbusera coglie perfettamente l’occasione per farsi conoscere anche attraverso il piccolo schermo.
È in questo contesto che nasce uno dei simboli più curiosi della comunicazione dell’azienda: Mago G, personaggio interpretato dall’attore Luca Levis, vestito con abiti eccentrici gialli e una tuba a righe, protagonista di una serie di spot che entrano nella memoria collettiva degli italiani.
Con il claim “Mago G consiglia Galbusera”, l’azienda si presenta come amica della famiglia, dei bambini, e dei momenti quotidiani legati alla colazione o alla merenda.
Questa fase non riguarda solo il marketing, ma segna anche un passaggio di posizionamento del marchio: Galbusera da azienda “locale” diventa brand nazionale, con un’identità ben riconoscibile.
Ma la vera forza rimane nei prodotti. L’azienda continua a sfornare biscotti, cracker e merendine che piacciono perché sono semplici, buoni e genuini. Prodotti che si basano su ricette tradizionali, ma anche su un’attenzione crescente alla salute e ai nuovi stili di vita alimentari che cominciavano a emergere tra gli italiani.
Anni 2000-2020: tra innovazione e acquisizioni strategiche
Nel nuovo millennio Galbusera continua a investire su innovazione, qualità e sostenibilità, valori che diventeranno fondamentali per affrontare un mercato sempre più competitivo.
Nel 2014, arriva un’acquisizione storica: Galbusera compra Tre Marie, marchio milanese noto per la produzione di panettoni, pandori e dolci da ricorrenza. Questa mossa non solo rafforza il portafoglio prodotti dell’azienda valtellinese, ma le consente di entrare nel mercato delle festività, ampliando la propria stagionalità e intercettando nuovi segmenti di consumatori.
Ma non è tutto: Galbusera non dimentica le sue radici e rilancia anche la Bisciola, dolce tipico della Valtellina, riportandolo sugli scaffali di tutta Italia e portando un pezzo di tradizione montana nelle case degli italiani.
Negli stessi anni l’azienda lancia le linee “salutiste”, come:
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ZeroGrano: senza glutine
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BuoniCosì: senza zuccheri aggiunti
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Ricchi di Fibre
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Magretti: cracker e snack leggeri
Tutti prodotti che intercettano le esigenze di un pubblico moderno, attento a ciò che mangia, ma senza rinunciare al gusto.
Inoltre, Galbusera investe fortemente in sostenibilità ambientale e filiera controllata, scegliendo ingredienti selezionati e collaborando con fornitori che rispettano alti standard qualitativi.
Oggi: Galbusera tra tradizione, famiglia e innovazione continua
Nel 2024, Galbusera ha quasi 90 anni di storia, ma lo spirito è rimasto quello delle origini. L’azienda è ancora a conduzione familiare, oggi gestita dalla terza generazione dei Galbusera, ed è un raro esempio di come un’impresa locale possa crescere senza perdere identità e valori.
Lo stabilimento principale si trova sempre a Cosio Valtellino, a testimonianza del legame con il territorio. Qui vengono prodotti biscotti, merendine, cracker e snack distribuiti in tutta Italia, ma anche all’estero.
Galbusera è oggi considerata uno dei marchi più affidabili dell’industria alimentare italiana, con una reputazione costruita su:
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Qualità degli ingredienti
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Ricerca e innovazione
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Legame con la tradizione
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Attenzione al benessere dei consumatori
Una curiosità che racconta il rapporto tra azienda e territorio? I vecchi abitanti di Morbegno dicevano che “quando nell’aria si sentiva il profumo dei biscotti della Galbusera, il tempo stava per cambiare”. Un dettaglio poetico che testimonia quanto profondo e quotidiano sia il legame tra l’azienda e la sua terra.
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