Ieri sera a Chiavenna, al convegno promosso da Valtellina Turismo Mobile “La Valchiavenna si interroga sul turismo: dalla comunicazione agli scenari futuri” è emerso, purtroppo, che c’è ancora qualcuno che è rimasto al “noi e voi”.
Se si esclude questa minoranza, le cui opinioni, anche se medioevali, vanno comunque rispettate, perché è solo dal confronto, ma anche dalla conoscenza degli argomenti di cui si parla, in particolare nella comunicazione, che si può migliorare, si può azzardare affermando che l’evento ha colto nel segno, a giudicare dalle presenze (in numero e rappresentanza) registrate al teatro della Società Operaia e dall’interesse con cui sono stati ascoltati i relatori.
Non sta a me fare la cronaca di quanto è emerso, sarebbe autoreferenziale, ma l’impressione che l’idea di fondo che mi ha portato ad organizzare tale momento di approfondimento, cioè stimolare la crescita della condivisione territoriale e del capitale umano, ma anche unire persone e istituzioni nel ragionare insieme su qualcosa di comune, cioè casa nostra (o vostra), avesse un senso. Saranno i prossimi mesi a dire se il seme che è stato piantato ieri germoglierà.
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