Con il passare degli anni, infatti, c’è una cosa che non è mai cambiata. Ricevere una marea di messaggi che non solo informano, in particolare, sulla situazione delle statali 36 e 38, ma anche le lamentele di chi si trova a dover sopportare, giocoforza, una dotazione infrastrutturale carente e non adeguata ai volumi di traffico che la provincia di Sondrio muove. In particolare nei weekend e nelle festività. O a ridosso delle stesse.
Come successo oggi. Quando in tanti hanno perso ore sulle strade per il traffico che non riesce ad essere smaltito dalla Valtellina.
Una lettrice iscritta su WhatsApp, in particolare, ci ha informato delle varie tappe della sua odissea odierna per tornare dalla sua seconda casa: da Bormio a Milano in 5 ore. 200 km circa percorsi quindi, alla media oraria di 40 km/h. Praticamente in Ape. E senza incidenti particolari. Solo traffico, rotonde costruite ad minchiam e una linea ferroviaria che costeggia l’unica strada per chilometri. Chiaramente poi se, nei decenni, ci costruisci a fianco anche delle zone commerciali, con relativi ingressi, il traffico non può che scorrere veloce come un disco di Sergio Endrigo.
Ma la Valtellina è questa cosa qui. Prendere o lasciare. Cercate un qualunque giornale di 20 o 30 anni fa. Dice le stesse cose di oggi. Filantropi legati al territorio e fenomeni compresi. Metteteli da parte. Tra 4 o 5 lustri basterà cambiare le date, il testo no.
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