Quando un cliente non paga una bolletta di luce, gas o acqua, si innesca una procedura ben definita che può portare a conseguenze significative. Ecco cosa accade:
📌 Fasi della gestione della morosità
1. Sollecito di pagamento
Trascorsi almeno 10 giorni dalla scadenza della bolletta, il fornitore invia un sollecito bonario tramite raccomandata o PEC. Questo documento indica gli estremi della bolletta non pagata, i canali per comunicare l’avvenuto pagamento o contestare il sollecito, e il termine oltre il quale, se la bolletta risulterà ancora non pagata, il gestore avvierà la procedura di costituzione in mora.
2. Costituzione in mora
Se il pagamento non avviene, dopo almeno 25 giorni dalla scadenza, il fornitore invia una comunicazione formale di costituzione in mora, sempre tramite raccomandata o PEC. Questa comunicazione include i riferimenti alla bolletta non pagata e al sollecito precedente, la possibilità di chiedere la rateizzazione dell’importo da pagare e il piano di rateizzazione proposto, i canali disponibili per comunicare l’avvenuto pagamento o contestare la costituzione in mora, e il termine oltre il quale, se la bolletta risulterà ancora non pagata, il gestore potrà limitare, sospendere o disattivare la fornitura.
3. Riduzione della fornitura
Se il pagamento non avviene entro il termine indicato nella costituzione in mora, il fornitore può ridurre la potenza del contatore al 15% della capacità contrattuale, se tecnicamente possibile. Questo avviene nei 15 giorni successivi alla scadenza del termine di pagamento.
4. Sospensione della fornitura
Trascorsi almeno 40 giorni dalla ricezione del sollecito bonario e 15 giorni dalla riduzione della potenza, se il pagamento non è stato effettuato, il fornitore può procedere alla sospensione completa della fornitura. In caso di utenze non disalimentabili, come quelle per apparecchiature salvavita, la sospensione non può essere effettuata.
💸 Costi aggiuntivi per il cliente moroso
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Interessi di mora: calcolati al tasso di riferimento della BCE aumentato del 3,5%.
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Spese per solleciti e messa in mora: addebiti per l’invio delle comunicazioni.
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Costi per sospensione e riattivazione della fornitura: spese aggiuntive per le operazioni tecniche necessarie.
⚖️ Conseguenze legali e recupero crediti
Se il debito rimane insoluto, il fornitore può:
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Richiedere un decreto ingiuntivo: un provvedimento del tribunale che obbliga il pagamento del debito.
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Avviare il pignoramento dei beni: se il decreto ingiuntivo non viene rispettato, si può procedere al pignoramento di beni mobili o immobili.
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Affidare il recupero a società specializzate: agenzie che si occupano di sollecitare il pagamento del debito.
⏳ Prescrizione del debito
Dal 1° gennaio 2023, il termine di prescrizione per le bollette è di 2 anni. Ciò significa che, trascorso questo periodo senza che il fornitore abbia intrapreso azioni per il recupero del credito, il debito non è più esigibile.
🔄 Impatto sui clienti in regola
Le bollette non pagate possono avere ripercussioni anche sui clienti puntuali. In alcuni casi, gli oneri di sistema non recuperati dai fornitori vengono redistribuiti tra tutti gli utenti, comportando un aumento medio di circa 2 euro all’anno per ciascun cliente.
✅ Come evitare problemi
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Pagare le bollette entro la scadenza: per evitare interessi e spese aggiuntive.
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Richiedere la rateizzazione: in caso di difficoltà economiche, è possibile chiedere un piano di pagamento dilazionato.
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Comunicare tempestivamente con il fornitore: per segnalare eventuali problemi o contestazioni.
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Utilizzare la domiciliazione bancaria: per automatizzare i pagamenti e ridurre il rischio di dimenticanze.
Affrontare tempestivamente le difficoltà nel pagamento delle bollette è fondamentale per evitare conseguenze più gravi. In caso di problemi, è consigliabile contattare il proprio fornitore per trovare una soluzione adeguata.