Calore inutile nei giorni miti – I principali vantaggi di abbassare o spegnere il riscaldamento nei giorni miti
Quando le giornate sono più miti — con temperature esterne non rigide — abbassare o spegnere il riscaldamento può portare a risparmi concreti in bolletta, minore consumo energetico e anche benefici per la salute e il comfort dell’abitazione.
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Risparmio energetico e riduzione dei costi: abbassare la temperatura interna anche di 1 °C può ridurre sensibilmente il consumo di combustibile. Alcune stime parlano di una riduzione dei consumi fino al 5–10% per ogni grado in meno rispetto a una temperatura “standard” troppo elevata.
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Minori sprechi quando il calore non serve: se fuori la temperatura è già mite, mantenere la casa al caldo non significa aumentare il comfort, ma solo sprecare energia. Spegnere o abbassare il riscaldamento evita di “scaldare spazi inutili” o di aumentare la dispersione termica.
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Impatto ambientale ridotto: meno gas o energia consumata significa anche minor emissione di CO₂ e risorse risparmiate — un’azione concreta per la sostenibilità, specie nelle stagioni di transizione invernale.
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Salute e qualità dell’aria interna migliorata: un riscaldamento eccessivo, soprattutto abbinato a poca ventilazione, può favorire aria secca, irritazioni a pelle e mucose, occhi arrossati, tosse. Inoltre, temperature interne troppo alte, in presenza di umidità, possono facilitare la proliferazione di muffe, acari e allergeni.
Calore inutile: alcune considerazioni da tenere a mente prima di abbassare
Non sempre spegnere o abbassare il riscaldamento è una decisione “a costo zero”: bisogna considerare vari fattori.
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Efficienza dell’abitazione e isolamento: se la casa non è ben isolata (infissi datati, pareti poco coibentate, spifferi), ogni grado in meno si traduce in dispersione termica. In questi casi, mantenere una temperatura costante può risultare più efficiente.
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Comfort abitativo al rientro o di notte: spegnere completamente può significare trovare una casa fredda al ritorno o durante la notte. Questo può rendere l’ambiente poco accogliente o persino influire sul benessere, se non si prevede un’adeguata “fase di riattivazione” del riscaldamento.
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Manutenzione dell’impianto e usura: per alcune caldaie, l’accensione/spegnimento frequente può causare stress meccanico. In taluni casi, un funzionamento continuativo a “bassa potenza” può essere più efficiente (specialmente con impianti moderni).
Quando ha più senso spegnere o abbassare
In base a situazione, abitudini e clima, può essere utile adottare alcune strategie:
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Nei giorni miti o soleggiati: se la temperatura esterna supera un limite tale da rendere la casa confortevole senza riscaldamento, meglio spegnere o abbassare.
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Durante le assenze da casa (giorno di lavoro, uscita, ferie): abbassare o spegnere evita di scaldare ambienti inutilizzati e riduce sprechi.
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Durante la notte o nei momenti di minor utilizzo della casa: abbassare la temperatura può contribuire a buone notti (e a bollette più leggere).
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Regolazione “a zone” o stanza per stanza: se abiti in una casa grande, può convenire scaldare solo le stanze usate frequentemente, lasciando più “fresche” le altre.
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Tenere una temperatura base “di sicurezza”: evitare sbalzi termici eccessivi, ma evitare anche il calore eccessivo — l’ideale è un equilibrio tra comfort e risparmio.
Calore inutile: meno bollette, più salute e ambiente
Mettere in pratica la scelta di abbassare o spegnere il riscaldamento nei giorni miti non è solo un modo per tagliare i costi. Significa anche partecipare concretamente a un minor consumo energetico: un gesto che, per quanto piccolo, è utile per l’ambiente. Allo stesso tempo, migliora la qualità dell’aria, riduce rischi di secchezza e disturbi respiratori, e favorisce un buon equilibrio termico all’interno della casa.
In un’ottica di sostenibilità domestica e consapevolezza ambientale, ogni grado in meno conta — e non è detto che “più caldo = più benessere”.










