Valtellina Nascosta
Un invito a guardare oltre i sentieri più noti
La Valtellina è famosa per le sue montagne imponenti, gli impianti da sci, i vini pregiati e la cucina robusta: ma al di là delle mete classiche (Bormio, Livigno, lo Stelvio, Tirano), c’è un mondo “nascosto”, fatto di borghi arroccati, tracce antiche, angoli di natura selvaggia, tradizioni rurali che ancora resistono. Questo articolo ti porta in un tour tra quelle mete meno frequentate, ma ricchissime di fascino, che permettono di vivere la Valtellina come la vivono i locali.
Savogno: il borgo degli “gradini” sospesi
Una delle mete più poetiche e suggestive è Savogno, nel comune di Piuro. Un borgo che si raggiunge solo a piedi, attraverso una mulattiera composta da circa 2.800 gradini.
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È arroccato a quasi 1.000 m di quota, e in inverno, con la neve, il paese si svuota quasi completamente, diventando una specie di luogo fuori del tempo.
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Lungo il percorso, si cammina tra boschi, ruscelli, ed è possibile godere di viste spettacolari, come quelle sulle cascate dell’Acquafraggia.
È perfetto per chi ama trekking, fotografia, silenzio e un contatto diretto con la natura e la storia del territorio.
Rupe Magna e il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio
Questo è uno dei gioielli archeologici della Valtellina: il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio con la Rupe Magna.
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Si tratta di una roccia enorme, decorata da più di 5.000 incisioni rupestri che vanno dall’età del Bronzo al Ferro.
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Non è solo la quantità: è l’emozione che si prova vedendo i simboli, le figure, le forme della vita antica incise nella pietra, l’interpretazione dei gesti delle generazioni passate.
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Il Parco comprende anche i Castelli vecchio e nuovo (Castello Vecchio e Castello Nuovo), testimonianza medievale di arte, difesa e paesaggio.
Un luogo perfetto se ti piacciono la storia, l’archeologia, il mistero, ma anche paesaggi mozzafiato.
Palazzo Salis a Tirano
Nel cuore di Tirano, piccolo snodo tra Italia e Svizzera, sorge Palazzo Salis, residenza storica della potente famiglia Salis-Zizers.
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Costruito tra il XVII e XVIII secolo, con freschi, stucchi, cortili eleganti come la corte dei cavalli e la corte della meridiana.
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Sul retro del palazzo, un giardino all’italiana nascosto, raro in questa parte delle Alpi, che invita alla contemplazione.
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È tuttora di proprietà della famiglia Salis: visitandolo si percepisce quanto la tradizione si mescoli con l’arte e la storia locale.
Perfetto come tappa “di mezzo”, culturale, non troppo faticosa ma molto ricca.
Torre di Roncisvalle (Castionetto di Chiuro)
Se ami punti panoramici con storia, la Torre di Roncisvalle (nel distretto di Castionetto, Chiuro) è una bella scoperta.
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Torre medievale, imponente, usata come punto di avvistamento.
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Ubicata a circa 689 metri di altitudine, con vista che spazia su vigneti, boschi, colline. Ottima per una camminata al tramonto.
Il Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi
Un paradiso verde e selvaggio, spesso meno frequentato rispetto ai grandi comprensori sciistici.
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Copre oltre 44.000 ettari, con altitudini che vanno da ~850 m fino a oltre 3.000 m.
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Ospita fauna alpina tipica: stambecchi, camosci, aquile, marmotte.
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Al suo interno si trova la Gran Via delle Orobie, un percorso escursionistico lungo circa 130 km che attraversa crinali, boschi, rifugi.
Per gli amanti del trekking serio, dell’aria pura e dei panorami alpini veri, questo è il regno.
Passo Dordona: tracce di storia e paesaggi alpini
Una meta poco frequentata ma ricca di fascino è il Passo Dordona, collegamento tra Alta Valtellina (val Madre) e Val Brembana.
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Si trova a oltre 2.000 metri di quota, stradina agro-silvo-pastorale con vista ampia e, nei dintorni, resti di fortificazioni e trincee risalenti alla Prima guerra mondiale.
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È accessibile d’estate, con percorsi che alternano bosco, prati, roccia. Ideale per chi cerca quiete, fatica moderata, un contatto diretto con la natura alpina.
Piccole gemme tra natura e tradizione
Oltre alle mete “di peso”, ci sono luoghi più piccoli ma altrettanto preziosi:
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Museo Etnografico Tiranese: raccoglie oggetti, strumenti, memorie della vita rurale valtellinese, dalle tessiture ai mestieri, alle tradizioni contadine. Ottimo per comprendere la cultura materiale del territorio.
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Villaggi storici come Lovero, Sernio, Mazzo di Valtellina che, nella zona di Media Valtellina, offrono percorsi tra natura, borgate, tradizioni, sentieri sulle terrazze.
Esplorare la Valtellina nascosta
Per goderti al massimo queste mete insolite, ecco alcuni suggerimenti pratici:
Aspetto | Perché è importante |
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Stagione | Molti borghi abbandonati, passi o sentieri sono accessibili solo da fine primavera a inizio autunno. In inverno neve e ghiaccio rendono tutto più difficile. |
Scarpe e attrezzatura | Buone scarpe da trekking, abbigliamento a strati, giacca impermeabile, acqua, batteria extra per il telefono. |
Guida locale / cartine | Alcune mulattiere non sono ben segnalate; avere mappe offline o app (Komoot, OutdoorActive ecc.) può fare la differenza. |
Rispetto del territorio | Evita di disturbare la fauna, rispetta i sentieri, porta via i rifiuti. Molti luoghi sono fragili anche dal punto di vista ambientale. |
Sapersi muovere in piccoli gruppi / autonomamente | Molte mete non hanno servizi al pubblico, ristori o trasporti vicini. È utile pianificare bene l’arrivo, il pernottamento, il ritorno. |
Perché visitare la Valtellina “oltre le cartoline”
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Autenticità: nei borghi abbandonati o meno noti si percepisce il ritmo vero della montagna, non solo il turismo.
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Storia e memoria: dalle incisioni rupestri ai castelli, dalle tradizioni agricole alle vie dei pastori, ogni luogo racconta qualcosa di profondo.
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Bellezza invisibile: spesso i panorami più belli sono quelli che richiedono un piccolo sforzo per essere guadagnati. E il bello guadagnato ha un valore speciale.
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Connessione con la natura: l’aria, il silenzio, il cielo stellato, la varietà dei paesaggi — boschi, pietra, acqua — tutto contribuisce a un’esperienza rigenerante.