Allarme per la sanità pubblica in Valtellina, che rischia di essere fatta a pezzi prima degli attesi Giochi Olimpici Invernali.
Ci sono territori che vivono in equilibrio tra bellezza e fragilità, dove ogni scelta può rafforzare o indebolire il legame con la comunità. A volte basta una decisione istituzionale, una riforma o un piano di razionalizzazione per alterare profondamente il tessuto sociale di un’intera valle.
In Valtellina cresce la preoccupazione per il futuro della sanità pubblica, con il Movimento per il Morelli che denuncia uno smantellamento progressivo. Secondo il gruppo, le scelte regionali favoriscono il privato, con il rischio di indebolire i servizi pubblici e aumentare le disuguaglianze territoriali.
I danni alla sanità pubblica in Valtellina
Il presidio ospedaliero di Sondalo è al centro del dibattito, considerato da molti un punto di riferimento per l’intera area montana valtellinese. Il timore è che venga ridimensionato, perdendo reparti e competenze, in favore di strutture private legate a logiche assicurative e finanziarie.

L’intero sistema sanitario valtellinese rischia di perdere competenze – valtellinamobile.it
Il Movimento accusa la Regione Lombardia di aver avviato una trasformazione che privilegia l’interesse economico rispetto alla tutela della salute pubblica. La denuncia è chiara: si rischia di creare un sistema dove chi può pagare riceve cure, mentre gli altri restano esclusi o penalizzati.
Secondo i promotori, il piano sanitario regionale non tiene conto delle specificità geografiche e demografiche della Valtellina, territorio montano e periferico. La distanza dai centri urbani rende indispensabile un presidio ospedaliero completo, capace di gestire emergenze e patologie complesse in loco.
Il Morelli di Sondalo ha una storia importante, con reparti d’eccellenza e una funzione strategica per la medicina di montagna e la pneumologia. Negli anni ha garantito assistenza qualificata anche in condizioni difficili, diventando un punto di riferimento per pazienti e professionisti.
Il Movimento sottolinea come la riduzione dei servizi pubblici possa spingere verso soluzioni assicurative, con costi aggiuntivi per le famiglie. Si teme che la sanità diventi un bene di mercato, dove la qualità delle cure dipende dalla capacità economica del singolo cittadino.
La protesta non riguarda solo il Morelli, ma l’intero sistema sanitario valtellinese, che rischia di perdere competenze e accessibilità. La mobilitazione coinvolge cittadini, medici, amministratori locali e associazioni, uniti nel chiedere trasparenza e tutela del diritto alla salute.
Il gruppo chiede un confronto pubblico con le istituzioni, per discutere il futuro della sanità in Valtellina e proporre soluzioni alternative. Tra le richieste c’è il potenziamento dei servizi esistenti, il mantenimento dei reparti strategici e una pianificazione condivisa con il territorio.
Il rischio, secondo il Movimento, è che la Valtellina venga marginalizzata, costretta a dipendere da strutture lontane e difficili da raggiungere. La difesa del Morelli diventa così simbolo di una battaglia più ampia, per una sanità equa, accessibile e radicata nelle esigenze locali.

A rischio i presidi medici della Valtellina - valtellinamobile.it


