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Tra frana del Ruinon e Coronavirus: un’esperienza positiva

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un'esperienza positivaTutti i giorni, da ormai due mesi, le Forze dell’Ordine sono state tra le categorie più esposte al rischio di contagio. Anche per questo abbiamo richiesto a gran voce di poter essere sottoposti a tampone appena possibile, a tutela non solo nostra e delle nostre famiglie, ma di tutti, nell’esercizio delle funzioni di polizia.
Che io sappia, per ora, solo alcuni Carabinieri di Bormio e qualche collega della Polizia Stradale che conosco hanno avuto la fortuna, permettetemi guadagnata sul campo, di fare il test.
Mi permetto di dire che forse è proprio questo che è mancato, visto anche i risultati dei test a tappeto nell’unico comune che lo ha realizzato (Vo’ Euganeo): 43% di positivi, quasi tutti asintomantici.

Nel delirio di questo periodo come Forze dell’Ordine non ci siamo mai tirati indietro e avremmo voluto volentieri stare a casa, proteggendo anche i nostri cari. Ma il senso del dovere e la voglia di rispondere al disperato appello che usciva dagli ospedali ci ha visto sempre in prima linea. E non mi pento di averlo fatto, anche ora che sono a casa in quarantena. Però se vedo le foto profilo Facebook di qualche amico o conoscente che, come è di moda in queste ore, inserisce la finta sanzione della Polizia Locale (i Vigili Urbani non esistono più dal 1986…) mi chiedo se non era meglio andare a farmi una corsa anche io.
La nostra presenza non è stata solo fisica. Anche, e non meno impegnativa, nel praticare l’arte dell’interpretazione normativa nel soggettivismo giuridico che imperversa da secoli. Consentitemi la battuta, ma in poche ore siamo passati dall’autodeterminazione all’autocertificazione.
Mediando situazioni e drammi quotidiani, fornendo assistenza alla popolazione e cercando di stanare i furbi che, purtroppo, lo dico con amarezza, in Italia non mancano mai.
Non abbiamo fatto nessun atto eroico, di retorica ne gira già abbastanza, ma semplicemente vorrei ricordare chi, all’interno delle istituzioni, lavora a social spenti, con passione e senso di responsabilità. Sperando che sia sempre più la norma e non l’eccezione. Viviamo dentro una società “drogata” di desideri che poi diventano diritti per molti, abdicando totalmente ai doveri, col risultato che ci si meraviglia quando nella quotidianità qualcuno fa il proprio dovere, senza per questo sentirsi eroi.
Forse serviva un virus per sbattere la testa contro il muro della realtà, che viene sempre prima delle idee.

Commissario di Polizia Locale Franzini Pietro
Responsabile del Servizio Polizia Locale Valfurva

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