Termostato riscaldamento – Il dilemma: temperatura costante vs accensione solo quando necessario
Quando affrontiamo la domanda se sia meglio impostare il termostato del riscaldamento in modo da mantenere una temperatura costante tutto il giorno oppure farlo funzionare solo quando effettivamente siamo in casa, ci troviamo davanti a due approcci molto diversi, ciascuno con pro e contro. Da un lato, l’impostazione “termostato costante” implica che l’impianto lavori tutto il tempo (o gran parte del tempo) per mantenere la casa a una temperatura stabile. Dall’altro, l’approccio “acceso solo quando serve” significa spegnere o abbassare il riscaldamento quando siamo fuori o durante la notte, e riaccenderlo o alzarlo appena necessario.
È fondamentale considerare che non esiste una risposta universale valida per tutte le abitazioni: la scelta dipende da vari fattori quali l’isolamento dell’edificio, il tipo di impianto di riscaldamento, la zona climatica, le abitudini di chi abita la casa, e il tipo di termostato/cronotermostato in uso. Per esempio, alcune analisi indicano che tenere l’impianto sempre acceso – ma in modalità minima – può evitare che l’impianto parta “da freddo” generando consumi maggiori.
Al tempo stesso, altri articoli suggeriscono che se la casa non è ben isolata, mantenere il riscaldamento acceso tutto il giorno può risultare poco efficiente.
Un altro aspetto da considerare è il comfort: una temperatura costante offre un ambiente stabile e accogliente, mentre accendere solo quando serve può implicare tempi di attesa e una sensazione iniziale di freddo dopo il rientro o al mattino. Ad esempio, una casa tenuta spenta al mattino e acceso solo dopo il rientro spesso richiede che i caloriferi lavorino a piena potenza per “recuperare” la temperatura, con possibile spreco energetico.
Infine, merita considerazione il fenomeno dell’usura dell’impianto: accensioni e spegnimenti frequenti possono sollecitare maggiormente la caldaia o l’impianto, rispetto a un funzionamento più stabile e moderato.
In sintesi: il “termostato costante” può essere vantaggioso in determinate condizioni, ma non è sempre la scelta migliore, e l’approccio “solo quando serve” può essere molto efficace se ben gestito.
Vantaggi e svantaggi dei due approcci
Approccio A: Riscaldamento costante
Vantaggi:
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Mantiene una temperatura interna relativamente stabile, evitando cali drastici. Questo è utile soprattutto per ambienti ben isolati, dove la dispersione è limitata.
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Evita che l’impianto debba “ripartire da freddo”, il che può comportare un picco di consumo al momento dell’attivazione. Come spiegato da fonti, quando la caldaia deve innalzare rapidamente la temperatura, consuma di più.
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Migliore comfort percepito: al rientro a casa o al risveglio non si trova un ambiente freddo, ma uno già abitabile.
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Potenzialmente minore stress sull’impianto se lavora in regime moderato stabile, piuttosto che frequenti on‑off e variazioni di potenza.
Svantaggi:
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Se l’isolamento termico è scadente, mantenere il riscaldamento acceso tutto il giorno può risultare inefficiente, perché la casa disperde calore più rapidamente e l’impianto lavora costantemente.
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Le condizioni economiche e il costo dell’energia possono rendere questo approccio meno conveniente in determinati momenti (ad esempio in zone molto fredde o con tariffe elevate).
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Occorre comunque impostare una temperatura minima ragionevole, non necessariamente al massimo comfort 24 h su 24: altrimenti il dispendio potrebbe aumentare inutilmente.
Approccio B: Accensione Termostato riscaldamento solo quando necessario
Vantaggi:
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Permette tagli di consumo nelle ore in cui la casa non è occupata (es. durante il lavoro, la notte) riducendo gli sprechi. Ad esempio, regolare il termostato per accendersi poco prima del rientro.
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Se la casa è poco abitata o si dorme fuori alcuni giorni, è più sensato “spegnere” o abbassare il riscaldamento piuttosto che mantenerlo costantemente.
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Con sistemi moderni (termostati programmabili o smart) è facile implementare questa strategia in modo efficiente, attivando il riscaldamento solo nelle fasce orarie necessarie.
Svantaggi:
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L’ambiente sarà “freddo” al momento del rientro o risveglio e ci vorrà tempo per tornare al comfort. Ciò può generare un maggior consumo durante quel periodo di riscaldamento rapido.
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Frequenti accensioni e spegnimenti possono stressare l’impianto (caldaia, valvole) e aumentare potenzialmente i costi di manutenzione.
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Se l’isolamento è buono ma non eccellente, l’effetto “raffreddamento” della casa durante l’assenza può ridurre l’efficienza complessiva, perché si parte da una base termica più bassa.
Termostato riscaldamento quale scelta per quali condizioni?
La decisione tra “termostato costante” e “accensione solo quando necessario” dipende fortemente dal contesto. Ecco alcuni criteri utili:
### 1. Isolamento e dispersioni termiche dell’abitazione
Se la casa è ben isolata (buoni serramenti, cappotto termico, pochi ponti termici), il riscaldamento costante può risultare più efficiente perché le perdite sono limitate: mantenere la temperatura non costa un “recupero” forte. Ad esempio, articoli affermano che in abitazioni ben isolate mantenere l’impianto acceso al minimo regime può essere la strategia migliore.
Se invece l’abitazione è poco isolata, spegnere o abbassare il riscaldamento quando non serve può portare a risparmi reali, perché mantenerlo costante significherebbe “combattere” costantemente le dispersioni.
### 2. Presenza e orari di utilizzo dell’abitazione
Se si sta molte ore fuori casa (lavoro di giorno, viaggi frequenti), allora ha senso applicare il modello “accensione solo quando serve”: si può ridurre la temperatura durante la giornata in cui la casa è vuota e anticipare il riscaldamento poco prima del rientro.
Se invece la casa è occupata 24 h (ad esempio anziani, bambini piccoli, lavoro da casa) allora mantenere una temperatura costante può dare più comfort e anche essere economicamente ragionevole se ben gestita.
### 3. Tipo di impianto e regolazione termostatica
Un impianto moderno (caldaia a condensazione, valvole termostatiche, termostato smart) favorisce la flessibilità della strategia “solo quando serve”, permettendo programmazioni precise, fasce orarie, e controllo remoto.
Se invece l’impianto è datato, o il termostato non è programmabile, potrebbe risultare più semplice (e meno “rischioso”) mantenere una temperatura costante minima, evitando accensioni brusche.
### 4. Comfort e esigenze personali
La percezione di comfort è soggettiva: c’è chi tollera un breve periodo di freddo al rientro, e chi invece vuole sempre trovare casa calda. Chi ha problemi di salute, anziani o bambini, potrebbe preferire la temperatura costante. Allo stesso tempo va considerato l’impatto sul bilancio energetico.
### 5. Costo dell’energia e normativa
Bisogna considerare il costo del combustibile/energia, le tariffe, e anche eventuali regolamentazioni locali sull’accensione dell’impianto nelle zone centralizzate. Ad esempio, mantenere la temperatura costante può essere meno efficiente in zone con tariffe alte.
In pratica:
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Se la tua casa è ben isolata, stare a casa molto e hai un impianto efficiente → puoi mantenere il riscaldamento acceso a bassa temperatura tutto il giorno e alzarlo solo quando serve.
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Se la casa è meno isolata o stai fuori molte ore → meglio abbassare o spegnere il riscaldamento durante l’assenza e prevedere l’accensione programmata poco prima del rientro.
Suggerimenti pratici per ottimizzare la strategia scelta
Per ottenere il meglio (risparmio + comfort) indipendentemente dalla strategia scelta, ecco alcuni consigli pratici che conviene applicare:
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Installare un termostato programmabile o smart: questo ti consente di impostare fasce orarie, adattare la temperatura ai momenti di utilizzo, evitare sprechi.
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Impostare una temperatura minima ragionevole: ad esempio durante le assenze tenere una temperatura di base (es. 16‑18 °C) invece di spegnere completamente l’impianto, così si evita una grande perdita termica e un recupero energetico troppo alto.
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Abbassare la temperatura ambiente di 1‑2 °C può già dare un buon risparmio: alcuni studi indicano che ogni grado in meno può ridurre i consumi di circa il 5‑10%.
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Assicurarsi che l’impianto e la casa siano in buone condizioni: manutenere la caldaia, verificare l’isolamento, evitare dispersioni da finestre e porte. Un impianto efficiente amplifica il risparmio.
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Chiudere i radiatori nelle stanze non utilizzate o usare valvole termostatiche per regolare la temperatura differenziata per stanza. Questo consente di non riscaldare ambienti inutilizzati.
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Prevedere il riscaldamento anticipato: se stai per rientrare, accendere il riscaldamento un po’ prima può evitare che debba lavorare al massimo per riscaldare da “molto freddo” a “comfort”. Molti termostati smart lo permettono.
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Monitorare i consumi e adattare: osserva come cambiano le bollette, nota se ci sono momenti in cui l’impianto lavora troppo, oppure se certe stanze rimangono fredde o troppo calde, e adatta la strategia.
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Tenere presente la variabile esterna: se fa molto freddo fuori, la dispersione aumenta, e quindi anche la differenza tra i due approcci si amplifica. In giornate meno rigide forse il risparmio con accensione solo quando serve è maggiore.
In sostanza, l’obiettivo non è solo “tenere acceso” o “spegnere”, ma gestire in modo intelligente il Termostato riscaldamento, minimizzando gli sprechi, massimizzando il comfort e adattando la strategia alle circostanze specifiche della casa e degli occupanti.











