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Pezzotti della Val d’Arigna: la bellezza rustica che arreda con storia

pezzotti della val d’arigna la bellezza rustica che arreda con storia

pezzotti della val d’arigna la bellezza rustica che arreda con storiaOrigini antiche: da pelorsc contadini a pezzotti raffinati

I famosi pezzotti, detti anche “pelorsc”, nascono in Val d’Arigna, una valle laterale della Valtellina dove la tessitura ha radici antiche. Il termine dialettale “pelorsc” indicava grossolani teli in canapa, originariamente realizzati per funzioni pratiche: coprire il fieno, proteggere il bestiame durante la battitura della segale o stendere grano e legumi ad asciugare durante l’estate. Queste coperte, robuste e resistenti, erano interamente tessute da ritagli di stoffa – o “pezze” – frutto di riuso di materiali poveri come lino, canapa e lana, più qualche scarto di cotone o vecchie stoffe, un vero patchwork contadino d’inverno.

Con il passare dei secoli, queste tradizioni furono tramandate di madre in figlia, soprattutto nei paesi di Arigna e Ponte in Valtellina, dove si contano testimonianze di oltre cento telai domestici attivi all’inizio del Novecento. I filati rustici di canapa per l’ordito e le strisce colorate tenute in trama davano vita a tessuti robusti, decorati con motivi geometrici semplici come righe, lo zig-zag, piramidi e “coda di pesce”. Le improvvisate tessitrici, pur senza disegni stampati, riuscivano a ottenere effetti complessi grazie al modo in cui intrecciavano i fili, dando vita a un vero e proprio design spontaneo, nato dalle esigenze pratiche e dalla fantasia popolare.

Tutto questo scaturisce da una cultura povera che non gettava via nulla, ma valorizzava ogni avanzo. I pezzotti testimoniano la creatività contadina e la capacità di trasformare l’urgenza in bellezza rugosa, genuina, radicata nel paesaggio alpino.


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Radici e influenze culturali: dal Medioevo al Rinascimento artigiano

L’evoluzione e diffusione dell’arte tessile in Val d’Arigna sono legate a due possibili origini: una ipotesi fa risalire la tecnica a influssi arabi, giunti tramite le vie carovaniere; un’altra, più concreta e supportata da storici locali, individua l’origine nell’opera dei monaci Umiliati, attivi tra il XII e XIII secolo e iniziatori di manifatture tessili in Valle coincidenti con il monastero di Castionetto di Chiuro. I monaci, grazie ai loro telai e alla conoscenza tecnica, avrebbero introdotto nuovi modi di lavorare la lana, il lino e la canapa.

La testimonianza delle fonti locali conferma che le tessitrici della Val d’Arigna continuarono la pratica durante le stagioni invernali, con telai di legno a pedali semplici (quattro, poi due), tramandando un importante saper fare all’interno delle comunità famigliari. Questi elementi identificano i pezzotti come espressione di un patrimonio artigianale popolare, risultato dell’incontro tra tecniche medioevali e improvvisazione contadina.

Ancora più rilevante, tra Novecento e Seconda Guerra Mondiale, la produzione domestica realizzava non solo tappeti, ma anche teli agricoli, coperte per animali, sacchi per grano saraceno e tele per segare. Il progetto “Il Pezzotto del Val d’Arigna”, promosso dall’associazione Punto Ponte, nasce proprio con l’obiettivo di salvaguardare questo patrimonio, conservando tecniche, telai e cultura materiale. Oggi il Museo Etnografico di Ponte in Valtellina è custode e rappresentante di questa storia, esponendo attrezzi, testimonianze visive e didattiche di un tessere rimasto vivo nel quotidiano.


Da materiale povero a oggetto di design: i pezzotti oggi

Nel corso degli anni, la produzione dei pezzotti ha subito un’evoluzione significativa. Se un tempo le trame erano realizzate con stracci di vecchi abiti e tessuti di recupero, oggi si preferiscono materie prime di qualità: filati provenienti da lanifici riconosciuti come quelli di Biella, Prato o della Brianza. Le fantasie, pur ispirate ai motivi tradizionali (triangoli, losanghe, zig-zag), sono divenute più sofisticate e curate: la gamma cromatica si amplia, passando dai toni grigi, neri e pastello originari, a colori più vivaci e decisi.

Pezzotti valtellinesi

Oggi i pezzotti sono apprezzati come elementi d’arredo — tappeti, runner, tovagliette, centrini — ed esportati piacendo anche a chi vuole un tocco rustico ma raffinato nel design.

Le botteghe locali, i mercatini, i negozi di artigianato propongono pezzotti fatti a mano, disponibili in formati diversi e stili pluricromatici, adatti ad arredare case, rifugi, B&B.

L’industria artigiana, oggi, propone anche corsi di tessitura individuali presso laboratori storici di Arigna, incentivando il coinvolgimento attivo di nuove generazioni o semplici appassionati. Un modo per mantenere vivo un mestiere che non è solo un prodotto, ma un gesto di riporto al passato, alla manualità, alla vita comunitaria montana.

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