Ogni volta che si acquista un’auto, nuova o usata, la scelta tra cinghia e catena di distribuzione può sembrare irrilevante. In realtà, questa componente meccanica è una trappola nascosta che influisce su costi, affidabilità e valore residuo. Le differenze non sono solo tecniche: giocano un ruolo cruciale nella durata del motore, negli interventi in officina e – soprattutto – sulla sicurezza.
Oggi vedremo perché, a volte, una catena è meno conveniente di una cinghia “ben studiata”, e come marchi come Stellantis, Ford e Volkswagen abbiano cambiato strategia – e le carte in tavola – sui loro motori. Preparatevi a scoprire un mondo dove niente è come sembra, e ogni scelta ha conseguenze reali e misurabili.
2. Cinghia vs catena: funzionamento, pregi e rischi
2.1 La cinghia di distribuzione
È una cinghia dentata in gomma o materiale sintetico che sincronizza alberi a camme e albero motore. Tipicamente più silenziosa, leggera ed economica da produrre e sostituire. Tuttavia:
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Durata limitata: va sostituita tra 60.000 e 100.000 km o ogni 5‑10 anni, a seconda del costruttore .
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Rischio di rottura: soprattutto nei modelli con cinghia “a bagno d’olio”, può deteriorarsi prima del previsto, contaminando il lubrificante e danneggiando componenti vitali.
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Sostituzione semplice: montata esternamente, è più accessibile e meno costosa da cambiare.
2.2 La catena di distribuzione
Realizzata in acciaio, la catena è concepita per durare come il motore stesso. Tra i suoi vantaggi:
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Maggiore durabilità: spesso oltre 200.000 km o interna alla vita utile del veicolo.
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Precisione e robustezza: mantiene meglio i giochi di fase, ideale per motori ad alte prestazioni .
Tuttavia:
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Rumorosa e vibrante: produce più rumore, specie se mal lubrificata.
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Componenti critici: tenditori, guide e pompa dell’acqua (se collegata) possono cedere e necessitare manutenzione o sostituzione.
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3. La “trappola” dietro ai marchi più noti: PureTech, EcoBoost e TSI
Alcuni motori famosi hanno trasformato la questione “cinghia o catena” in un rompicapo tecnico.
3.1 PureTech (Stellantis)
Il 1.2 PureTech, diffusissimo su Peugeot, Citroën, Opel e DS:
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Monta una cinghia a bagno d’olio che ha mostrato usura rapida, perdite di materiale e contaminazione dell’olio fino a danneggiare la pompa del vuoto.
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Stellantis ha richiamato modelli prodotti tra marzo 2013 e aprile 2017 e nel 2025 ha introdotto la versione con catena, riprogettando il motore per oltre il 70%.
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Va notato: fino a fine 2025 convivono entrambe le varianti in commercio – senza differenze estetiche evidenti .
3.2 EcoBoost 1.0 (Ford)
Il piccolo turbo Ford:
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Originariamente aveva una cinghia a bagno d’olio, ma nel 2019‑2020 Ford ha iniziato a passare alla catena, prima nelle versioni mild hybrid e da 155 CV.
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Rimane comunque una piccola cinghia ausiliaria per la pompa dell’olio, soggetta a cedimenti .
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Distinguere une motorizzazione dall’altra richiede competenze tecniche (es. posizione del turbo) .
3.3 TSI (Volkswagen)
Contrariamente, VW ha invertito marcia:
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I TSI 1.2, 1.4, 1.8 iniziali avevano catene, ma si sono dimostrate fragili e soggette ad allungamento.
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Dal 2013‑2014 VW è ritornata alla cinghia, dimostratasi più longeva (fino a 240.000 km teorici).
4. Analisi costi-benefici: qual è la scelta giusta?
Variante | Pro | Contro |
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Cinghia | Silenziosa, leggera, poco costosa nel breve termine | Sostituzione necessaria ogni 60–100 k km, rischio rottura prematura (es. PureTech), deterioramento a bagno d’olio |
Catena | Robusta, durata estesa, migliore sincronizzazione | Più rumorosa, tende a richiedere manutenzione su tenditori, carrucole e olio, riparazioni più costose se si rompe |
4.1 Il ruolo della manutenzione
La manutenzione regolare è la chiave:
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Una cinghia controllata e aggiornata entro i termini può durare senza problemi.
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Una catena trascurata (es. senza cambio olio) può danneggiare seriamente il motore.
4.2 L’importanza del libretto e del codice motore
Prima di comprare un’usata, è fondamentale:
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Leggere il libretto per conoscerne la configurazione.
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Verificare il codice motore, per evitare sorprese come nei TCe e VTi (che condividono nomi ma diversi sistemi).
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Richiedere storia interventi ordinaria e straordinaria, in particolare relativi a distribuzione e richiami.
5. Consigli pratici per l’acquirente e l’utilizzatore
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Usato? Controlla se è stata eseguita la sostituzione della cinghia o segnalata la presenza della catena.
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Nuova? Informati sull’intervallo consigliato – es. cinghia entro 100.000 km/6 anni vs catena teoricamente a vita, ma controlli a 200.000 km.
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Rumori anomali (ticchetti o vibrazioni) possono indicare problemi a catena/tenditori: portala in assistenza.
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Controllo olio regolare: aiuta a prevenire usura (utile soprattutto per catene e cinghie a bagno d’olio).
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Abbi coscienza del costo: sostituire una cinghia costa meno subito, ma svaluta un usato se fatta in ritardo; intervenire sulla catena può essere oneroso, ma meno frequente.
La faccenda di “catena o cinghia” è molto più di una scelta tecnica: è una vera trappola che può influenzare sicurezza, spese e serenità di guida. Non basta sapere il marchio: è essenziale informarsi sul tipo di distribuzione man mano che i modelli evolvono (PureTech, EcoBoost, TSI) e verificare sempre il codice motore.
La regola d’oro? Fare la manutenzione giusta nei tempi giusti, con attenzione a segnali e richiami ufficiali. Solo così si può davvero evitare la trappola e godersi un motore robusto, affidabile… e senza sorprese (o spese) future!